Matteo
Guest
mi è capitato di dovre simulare l'effetto di una bullonatura sulla flangia di un recipiente in pressione. penso che sarebbe utile confrontare le varie tecniche. nel mio caso ho fatto cosi (per ogni foro):
1) calcolo "a mano", noto il precarico, dell'allungamento dl del bullone precaricato
2) modellazione del bullone con lunghezza l (intesa come distanza tra le superficie delle flange). se il software consente di associare proprietà termiche alle beam il calcolo è più rapido, altrimenti uso elementi solidi.
3) attribuzione di un coefficiente di espansione termica "negativo" (quindi di "ritiro") e di un delta t fittizio. le flange avranno tale coefficiente uguale a zero.
4) calcolo su un "settore" singolo e semplificato del coefficiente di espansione necessario ad ottenere lf - l = dl (dove lf è la distanza delle due superfici delle flange nella configurazione finale) in condizioni di presenza di solo precarico (simulato termicamente).
5) applicazione delle proprietà cosi definite al modello completo e sovrapposizione (se in campo lineare) dei carichi.
critiche e suggerimenti sono ben accetti
1) calcolo "a mano", noto il precarico, dell'allungamento dl del bullone precaricato
2) modellazione del bullone con lunghezza l (intesa come distanza tra le superficie delle flange). se il software consente di associare proprietà termiche alle beam il calcolo è più rapido, altrimenti uso elementi solidi.
3) attribuzione di un coefficiente di espansione termica "negativo" (quindi di "ritiro") e di un delta t fittizio. le flange avranno tale coefficiente uguale a zero.
4) calcolo su un "settore" singolo e semplificato del coefficiente di espansione necessario ad ottenere lf - l = dl (dove lf è la distanza delle due superfici delle flange nella configurazione finale) in condizioni di presenza di solo precarico (simulato termicamente).
5) applicazione delle proprietà cosi definite al modello completo e sovrapposizione (se in campo lineare) dei carichi.
critiche e suggerimenti sono ben accetti
