Exatem
Guest
lo spunto nasce da un'altra discussione e più precisamente da questo post.
http://www.cad3d.it/forum1/showpost.php?p=260515&postcount=55
tenterò ora di spiegare quali sono i passaggi per arrivare alla costruzione di una nuova unità militare.
prima di partire con il progetto di una unità da guerra, vediamo però a cosa essa può servire.
una nave militare è un vettore dotato di tutto quanto necessario all’uso delle armi che trasporta. affinché il progetto sia correttamente impostato, occorre avere ben chiaro quali sono le finalità del mezzo che si deve realizzare.
deve essere chiaro che stiamo parlando di un mezzo destinato ad una forza armata il cui compito è di predisporre uomini e mezzi al combattimento. tutto il resto, come ad esempio missioni di pace, umanitarie, di soccorso, di protezione civile, non sono i compiti primari per cui essa è concepita.
il progetto sarà perciò condizionato dai compiti primari di una nave da guerra.
introduciamo pertanto il concetto di “potere marittimo” e cerchiamo di spiegare cosa si intende con questo termine. in sostanza si tratta della capacità di una nazione di utilizzare il mare per i propri scopi e per i suoi interessi mantenendone “il controllo”.
il controllo del mare è infatti essenziale quando la forza economica di un paese si basa su attività ad esso connesse. così per esercitare il potere marittimo occorre dotarsi di una “forza” in grado di difendere i propri interessi e la prosperità economica che da essi deriva. naturalmente la consistenza di tale “forza” e direttamente proporzionale al valore di deterrenza che si vuole raggiungere. tale valore è chiamato anche “proiezione” e rappresenta la cosiddetta strategia di dissuasione con la quale si evita l’uso della forza in caso di dispute e controversie.
anche se l’affermazione che sto per fare apparirà discutibile, questa proiezione di potenza è quella che riduce il rischio di guerre tra paesi in competizione fra loro.
il quadro attuale è caratterizzato da gravi episodi di instabilità regionale che vengono moderati dalla politica e dalla diplomazia. quando anche queste hanno esaurito le loro funzioni, il ricorso alla guerra è praticamente inevitabile a meno della presenza di un “forte deterrente”. ma affinché tale deterrente sia efficace, occorre poter disporre di una forza sufficientemente credibile. tale forza nel nostro esempio è rappresentata dalla marina militare.
ma non è solo questo.
una marina militare deve infatti assolvere anche ad altri compiti e questi sono: sorveglianza degli interessi marittimi, concorso alla difesa della nazione, partecipazione a impegni internazionali. a questi compiti se ne aggiungono altri che in questi tempi hanno assunto notevole rilevanza: il controllo dell’immigrazione clandestina, la protezione delle attività sul mare (lotta alla pirateria), il controllo di traffici illeciti.
tutti questi compiti concorrono a determinare le dimensioni e la struttura della marina che non è limitata alle sole flotte, ma necessita di una logistica e di personale a supporto dei sistemi. questo complesso per essere mantenuto in efficienza necessita di notevoli risorse finanziarie il cui fabbisogno incide in quello che si definisce “lievitazione dei costi”.
dato che abbiamo iniziato a parlare di soldi, entriamo nel merito del costo di una unità militare. dall’analisi dei costi, si nota subito che sugli stessi incidono in maniera assai rilevante i “componenti”. in una moderna fregata ad esempio il sistema di combattimento incide fino al 40% del costo finale. questo perché vi si trova un concentrato di tecnologie all’avanguardia ma che hanno un breve ciclo di vita “invecchiando” infatti, nell’arco di pochi anni determinando un fenomeno sconosciuto a chi è al di fuori dell’ambiente definito “obsolescenza simultanea”.
cerco di chiarire con un esempio.
supponiamo di dover realizzare una classe di 8 fregate. al momento della definizione della commessa esse avranno imbarcato il sistema d’arma che rappresenta il meglio di quel momento. ma arriverà il giorno in cui saranno obsolete e lo saranno contemporaneamente. dovranno quindi essere sostituite da altre unità di nuova progettazione, con nuovi costi senz’altro maggiori dei precedenti, è infatti impensabile sostituire una vecchia nave con una nuova a parità di costi.
dopo questa premessa, vediamo i passi attraverso i quali si giunge ala definizione di una nuova unità da guerra.
si individuano sei fasi:
pianificazione generale; pianificazione logistica-operativa; esecutivo, tecnico; tecnico-amministrativo; operativo.
la fase iniziale è quella della “pianificazione generale”, di competenza dello stato maggiore, nella quale si definisce la necessità e la possibilità di realizzare l’impresa. e’ in questo momento che si individua il tipo di unità (caccia, fregata, corvetta, unità ausiliarie …) che dovrà soddisfare le esigenze scaturite dal “piano programmatico a lungo termine”. questa è una delle criticità maggiori perché dal momento che un programma navale è pensato, finanziato, alla sua realizzazione, occorrono in media 10 anni. un tempo durante il quale le situazioni politiche internazionali possono mutare anche radicalmente facendo ulteriormente dilatare questi tempi fino addirittura a far venire meno la necessità.
la seconda fase è quella della “pianificazione logistica-operativa” in cui si definiscono i requisiti operativi ossia i compiti ai quali la nuova nave dovrà assolvere. e’ qui che si definisce il “sistema di combattimento” ovvero il tipo di armamento, i sistemi di direzione di tiro, la guida missili, i sensori attivi e passivi, i sistemi di controllo e di comando. altre caratteristiche che vengono definite in questa fase sono la cosiddetta “piattaforma” ossia la velocità massima ed operativa, l’autonomia, altre eventuali caratteristiche e, la “tabella di armamento” termine tecnico per definire l’equipaggio.
si passa ora ad una serie di pre-analisi di fattibilità superate le quali, il progetto assume la definizione di “specifiche operative generali”.
ora finalmente abbiamo qualcosa di concreto su cui lavorare. possiamo pertanto cominciare ad elaborare il “progetto di massima” durante il quale la nave assume, su carta, l’aspetto che la contraddistinguerà per la sua vita operativa. in questa fase il progettista deve saper raggiungere il miglior compromesso tra sistemi e piattaforma senza dimenticare le sistemazioni logistiche e marinaresche, la stabilità statica e dinamica, la tenuta al mare, le protezioni antifalla e antincendio. contemporaneamente occorre assicurare ai sistemi d’arma e ai sensori la più ampia “visuale” mantenendo la compatibilità elettromagnetica e riducendo le segnature radar, acustiche e all’infrarosso. (segue...)
http://www.cad3d.it/forum1/showpost.php?p=260515&postcount=55
tenterò ora di spiegare quali sono i passaggi per arrivare alla costruzione di una nuova unità militare.
prima di partire con il progetto di una unità da guerra, vediamo però a cosa essa può servire.
una nave militare è un vettore dotato di tutto quanto necessario all’uso delle armi che trasporta. affinché il progetto sia correttamente impostato, occorre avere ben chiaro quali sono le finalità del mezzo che si deve realizzare.
deve essere chiaro che stiamo parlando di un mezzo destinato ad una forza armata il cui compito è di predisporre uomini e mezzi al combattimento. tutto il resto, come ad esempio missioni di pace, umanitarie, di soccorso, di protezione civile, non sono i compiti primari per cui essa è concepita.
il progetto sarà perciò condizionato dai compiti primari di una nave da guerra.
introduciamo pertanto il concetto di “potere marittimo” e cerchiamo di spiegare cosa si intende con questo termine. in sostanza si tratta della capacità di una nazione di utilizzare il mare per i propri scopi e per i suoi interessi mantenendone “il controllo”.
il controllo del mare è infatti essenziale quando la forza economica di un paese si basa su attività ad esso connesse. così per esercitare il potere marittimo occorre dotarsi di una “forza” in grado di difendere i propri interessi e la prosperità economica che da essi deriva. naturalmente la consistenza di tale “forza” e direttamente proporzionale al valore di deterrenza che si vuole raggiungere. tale valore è chiamato anche “proiezione” e rappresenta la cosiddetta strategia di dissuasione con la quale si evita l’uso della forza in caso di dispute e controversie.
anche se l’affermazione che sto per fare apparirà discutibile, questa proiezione di potenza è quella che riduce il rischio di guerre tra paesi in competizione fra loro.
il quadro attuale è caratterizzato da gravi episodi di instabilità regionale che vengono moderati dalla politica e dalla diplomazia. quando anche queste hanno esaurito le loro funzioni, il ricorso alla guerra è praticamente inevitabile a meno della presenza di un “forte deterrente”. ma affinché tale deterrente sia efficace, occorre poter disporre di una forza sufficientemente credibile. tale forza nel nostro esempio è rappresentata dalla marina militare.
ma non è solo questo.
una marina militare deve infatti assolvere anche ad altri compiti e questi sono: sorveglianza degli interessi marittimi, concorso alla difesa della nazione, partecipazione a impegni internazionali. a questi compiti se ne aggiungono altri che in questi tempi hanno assunto notevole rilevanza: il controllo dell’immigrazione clandestina, la protezione delle attività sul mare (lotta alla pirateria), il controllo di traffici illeciti.
tutti questi compiti concorrono a determinare le dimensioni e la struttura della marina che non è limitata alle sole flotte, ma necessita di una logistica e di personale a supporto dei sistemi. questo complesso per essere mantenuto in efficienza necessita di notevoli risorse finanziarie il cui fabbisogno incide in quello che si definisce “lievitazione dei costi”.
dato che abbiamo iniziato a parlare di soldi, entriamo nel merito del costo di una unità militare. dall’analisi dei costi, si nota subito che sugli stessi incidono in maniera assai rilevante i “componenti”. in una moderna fregata ad esempio il sistema di combattimento incide fino al 40% del costo finale. questo perché vi si trova un concentrato di tecnologie all’avanguardia ma che hanno un breve ciclo di vita “invecchiando” infatti, nell’arco di pochi anni determinando un fenomeno sconosciuto a chi è al di fuori dell’ambiente definito “obsolescenza simultanea”.
cerco di chiarire con un esempio.
supponiamo di dover realizzare una classe di 8 fregate. al momento della definizione della commessa esse avranno imbarcato il sistema d’arma che rappresenta il meglio di quel momento. ma arriverà il giorno in cui saranno obsolete e lo saranno contemporaneamente. dovranno quindi essere sostituite da altre unità di nuova progettazione, con nuovi costi senz’altro maggiori dei precedenti, è infatti impensabile sostituire una vecchia nave con una nuova a parità di costi.
dopo questa premessa, vediamo i passi attraverso i quali si giunge ala definizione di una nuova unità da guerra.
si individuano sei fasi:
pianificazione generale; pianificazione logistica-operativa; esecutivo, tecnico; tecnico-amministrativo; operativo.
la fase iniziale è quella della “pianificazione generale”, di competenza dello stato maggiore, nella quale si definisce la necessità e la possibilità di realizzare l’impresa. e’ in questo momento che si individua il tipo di unità (caccia, fregata, corvetta, unità ausiliarie …) che dovrà soddisfare le esigenze scaturite dal “piano programmatico a lungo termine”. questa è una delle criticità maggiori perché dal momento che un programma navale è pensato, finanziato, alla sua realizzazione, occorrono in media 10 anni. un tempo durante il quale le situazioni politiche internazionali possono mutare anche radicalmente facendo ulteriormente dilatare questi tempi fino addirittura a far venire meno la necessità.
la seconda fase è quella della “pianificazione logistica-operativa” in cui si definiscono i requisiti operativi ossia i compiti ai quali la nuova nave dovrà assolvere. e’ qui che si definisce il “sistema di combattimento” ovvero il tipo di armamento, i sistemi di direzione di tiro, la guida missili, i sensori attivi e passivi, i sistemi di controllo e di comando. altre caratteristiche che vengono definite in questa fase sono la cosiddetta “piattaforma” ossia la velocità massima ed operativa, l’autonomia, altre eventuali caratteristiche e, la “tabella di armamento” termine tecnico per definire l’equipaggio.
si passa ora ad una serie di pre-analisi di fattibilità superate le quali, il progetto assume la definizione di “specifiche operative generali”.
ora finalmente abbiamo qualcosa di concreto su cui lavorare. possiamo pertanto cominciare ad elaborare il “progetto di massima” durante il quale la nave assume, su carta, l’aspetto che la contraddistinguerà per la sua vita operativa. in questa fase il progettista deve saper raggiungere il miglior compromesso tra sistemi e piattaforma senza dimenticare le sistemazioni logistiche e marinaresche, la stabilità statica e dinamica, la tenuta al mare, le protezioni antifalla e antincendio. contemporaneamente occorre assicurare ai sistemi d’arma e ai sensori la più ampia “visuale” mantenendo la compatibilità elettromagnetica e riducendo le segnature radar, acustiche e all’infrarosso. (segue...)