caro shiren come sempre hai ragione anche tu.... il problema è molto grave... io che ho appena iniziato l'università la vedo dura alla fine dei 5 anni..... mah speriamo che cambi qualcosa nel frattempo... altrimenti la situazione è grigia, anzi nera....
ciao angiu,
faccio un'ultima considerazione a questo interessante thread perchè effettivamente mi dispiace leggere post di profondo pessimismo come il tuo.
non è facile, questo è vero. però credimi che non è neanche tragico.
in italia, soprattutto al nord ovviamente, per un ingegnere meccanico c'e' una talmente tanto vasta possibilità di lavoro che forse ha eguali solo in cina attualmente.
n europa sicuramente non c'e' un'altra zona con così tanti distretti diversi e così ben ramificati come ne trovi percorrendo l'autostrada tra torino a venezia.
tu ad esempio che giri tra mantova e modena, conoscerai bene tutto quello che gira attorno all'automotive, così come l'oleodinamica e la meccanica per l'alimentare.
guardando gli annunci di lavoro sui giornali si trovano solo annunci per ingegneri e commerciali.
ti assicuro inoltre, che sugli stipendi dei meccanici la situazione che trovi in italia non è tanto diversa da quello che trovi oltre le alpi, gli stipendi d'oro della germania sono ormai un lontano ricordo, in francia pure, e lo dico dalla mia esperienza personale (e preferisco basarmi su questo che sulle statistiche dell'ue...).
quello che io trovo diverso in italia, è la mentalità.
quello che succede oggi con 99 ingegneri su 100 è la seguente cosa:
- si finisce l'università e quello che si cerca è un lavoro con le seguenti caratteristiche: interessante e vicino a casa. queste 2 caratteristiche sono spesso piu' importanti nella scelta che i soldi, perchè è gratificante fare una cosa interessante e se si è vicino a casa si dorme dalla mamma e si risparmia, quindi in un certo senso si guadagna di piu'.
fare una scelta come questa, trascurando il denaro (al trasferimento viene sempre dato un superminimo se contrattato) ed al tipo di contratto è nella maggior parte dei casi è la fine della carriera nel reale mondo del lavoro. giustamente a mio avviso, perchè se un ingegnere al primo impiego già si siede vuol dire che i soldi non servono.
questo, te lo assicuro, succede solo in italia.
l'altra piccola percentuale che fa la scelta "alternativa", sono quelli che dopo 5-10 anni li ritrovi dirigenti un po' ovunque, con stipendi che ti permettono di pensare al lavoro e non alle bollette, ma questo non perchè sono piu' intelligenti degli altri o perchè hanno studiato di più, ma perchè hanno avuto il coraggio e la passione di seguire il lavoro, cambiando, spostandosi ed accumulando esperienza professionale e di vita.
questi, in italia, spesso poi vengono anche visti male, come dei "mercenari", dai colleghi rimasti a contratto a progetto.
il mondo del lavoro, nella norma (ci sono sempre le eccezioni), funziona così.
se un neolaureato se ne rende conto, puo' decidere cosa fare lucidamente, a prescindere dalla scelta che farà.
la tragedia succede invece a quelli che fanno la scelta senza rendersene conto, che magari pensano che iniziare con un contratto a progetto aiuta a fare cv e che è bello perchè non vincola, o altre cavolate del genere che si sentono nel nostro campo. o addirittura si sceglie di stare nell'università a fare un dottorato contenti di una borsa di studio che non ci paghi neanche l'affitto di un monolocale. uno che inizia così si taglia fuori dal mondo del lavoro ancora prima di entrarci, ed una volta fuori è davvero difficile rientrarci.
ci vuole fortuna angiu, è vero, ma se ci si prova davvero le possibilità di riuscire in italia ci sono, almeno nel nostro settore.
ciao