Exatem
Guest
funzionamento
prima di effettuare una panoramica su alcuni dei fucili d'assalto più importanti, vediamo alcune caratteristiche sul funzionamento. premesso che si dice armi automatiche perché evidentemente ne esistono anche a funzionamento manuale, spesso si parla di armi automatiche e semiautomatiche come fossero la stessa cosa. in realtà l’arma automatica è quella che svolge autonomamente diverse funzioni come estrazione ed espulsione del bossolo, ricaricamento, riarmo della catena di scatto e successiva percussione (full auto). questo presuppone un’arma capace di sparare a raffica, cioè premendo il grilletto, si ottiene una successione di colpi che può essere libera o controllata (3 colpi consecutivi). la semiautomatica invece, spara un colpo ad ogni pressione del grilletto per poi ricaricarsi e attendere la successiva pressione sul grilletto. quindi queste armi dovrebbero essere correttamente definite a ripetizione automatica, specificando poi il ciclo di fuoco. ricordiamo che per le armi automatiche in italia è vietata la vendita essendo le stesse catalogate come armi da guerra. sotto l’aspetto meccanico, è la modalità di funzionamento del meccanismo di sparo e la sua integrazione con il gruppo di apertura/chiusura che determina le caratteristiche tra armi automatiche e semiautomatiche. nelle armi a ripetizione manuale occorre una azione dell’utilizzatore per il ricameramento di una nuova cartuccia. per poter rendere offensiva (cioè pronta al fuoco) l’arma, occorre inserire un caricatore e quindi “scarrellare”, cioè arretrare manualmente il carrello porta otturatore così che la prima cartuccia entri nella camera e sia armato il percussore (armi ad otturatore chiuso) o sia predisposta la massa battente (armi a otturatore aperto). un selettore consente di modificare l’impostazione da colpo singolo a raffica controllata (3 colpi) o a raffica libera.
il meccanismo di sparo è un complesso meccanico che costituisce la catena della cinematica di scatto. ne fanno parte: grilletto, molle, percussore e cane. il grilletto è alla testa di questa catena e premendolo, mette in azione tutti i dispositivi collegati. il percussore è l’elemento terminale di questa catena.
il percussore può essere:
• fisso; quando fa parte integrante dell’otturatore. e’ il tipo di percussore usato nelle armi a chiusura labile che iniziano lo sparo ad otturatore aperto. sono dette anche “a massa battente”.
• lanciato; quando con il suo movimento determina la percussione dell’innesco. in pratica il percussore è trattenuto all’interno dell’otturatore dal sistema di scatto a riposo. quando si preme il grilletto, le leve di rinvio liberano il percussore il quale, spinto da una molla, va a colpire la capsula di innesco. e’ il sistema usato nei fucili “bol action” ad otturatore girevole/scorrevole.
• comandato (o guidato); quando per effettuare la percussione, deve a sua volta essere percosso da un altro elemento detto “cane”.
altro componente essenziale delle armi da fuoco è il "cane", presente in tutte le armi corte mentre nei fucili da combattimento è stato ormai sostituito da nuovi tipi di percussore. nelle armi antiche il cane era esterno e interamente visibile. oggi è visibile solo la parte che ne permette l'azionamento manuale. oppure è completamente coperto dalla cassa (garand m1) o dal carrello (pistola browning 1903). nella parte interna agiscono la molla, il grilletto e la sicura. premendo il grilletto, il cane scatta in avanti permettendo al percussore l'innesco della carica. l'innesco può essere colpito direttamente dal cane (quando il percussore è integrato) o da un percussore separato alloggiato nel castello. i modi per azionare lo sparo sono detti “modalità di scatto” e può essere ad azione singola (sa single action), a doppia azione (da double action) o ad azione mista (sa/da). nella modalità sa, quando si preme il grilletto, viene liberato il cane o il percussore quindi questo deve essere preventivamente armato automaticamente o manualmente. ad ogni colpo occorre armare il cane. nella modalità da premendo il grilletto, viene prima armato il cane (o il percussore) e poi liberato. la corsa del grilletto è più lunga ma è più sicura contro spari involontari. la maggior parte dei revolver moderni e delle semiautomatiche, usa il sistema da. la soluzione mista è adottata nelle armi moderne e consiste nel tenere il colpo in canna con il cane disarmato sparando il primo colpo in modalità da. i colpi successivi vengono sparati in modalità sa.
le armi semiautomatiche sono a singola canna, la zona dove viene fatta esplodere la munizione si chiama “camera” ed ha la forma in negativo del bossolo. quando avviene lo sparo, si sviluppa una combustione i cui gas generano una sovrapressione che lancia la palla lungo la canna. nella direzione opposta si genera una forza, di uguale intensità e direzione opposta che spinge il bossolo verso la parte posteriore della canna. questa forza è maggiore quanto più grande è potente la cartuccia. serve quindi un mezzo che impedisca al bossolo di muoversi mentre la palla è ancora nella canna e quindi la pressione è ancora molto alta. la parte meccanica a ciò destinata, si chiama “otturatore”. esso deve essere di massa sufficiente e deve essere dotato di una molla di recupero che lo faccia rimanere nella sua sede anche a fronte di munizioni di grosso calibro e quindi, di grande energia, anche se è evidente che esistono dei limiti oltre i quali non si può andare. in un arma portatile non si può avere un otturatore che pesi alcuni kg o una molla che non si riesce a manovrare manualmente. quindi i tecnici hanno escogitato un altro sistema per bloccare l’otturatore in sede e sbloccarlo subito dopo lo sparo. questi sono i sistemi detti di “ritardo di apertura” o “chiusure geometriche”. questi meccanismi vincolano otturatore e canna poi bloccano la cartuccia in camera liberandola solo dopo che la palla ha lasciato la canna. per questo motivo l’otturatore è diviso in “otturatore” e “porta-otturatore” con le due parti che possono muoversi relativamente. il beretta ar 70/90 (che vedremo in seguito) utilizza questo meccanismo. due sporgenze, dette “tenoni”, ruotando si vanno ad infilare in due sedi ricavate nella culatta. una pista ad “s” ricavata sul porta otturatore, fa in modo che al movimento avanti-indietro corrisponda una rotazione della testina. per far si che questo movimento avvenga in modo automatico, si spilla una parte dei gas di sparo convogliandoli ad un cilindro connesso al porta otturatore.
un sito specializzato, da cui ho tratto alcune descrizioni, linka delle animazioni di questi funzionamenti visibili qui:
http://www.youtube.com/watch?v=c1vd1d1hlsq&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=e6smloeznbs&feature=fvwrel
http://www.youtube.com/watch?v=klb4ejxsjxe&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=4fwste81hhq&feature=related
prima di effettuare una panoramica su alcuni dei fucili d'assalto più importanti, vediamo alcune caratteristiche sul funzionamento. premesso che si dice armi automatiche perché evidentemente ne esistono anche a funzionamento manuale, spesso si parla di armi automatiche e semiautomatiche come fossero la stessa cosa. in realtà l’arma automatica è quella che svolge autonomamente diverse funzioni come estrazione ed espulsione del bossolo, ricaricamento, riarmo della catena di scatto e successiva percussione (full auto). questo presuppone un’arma capace di sparare a raffica, cioè premendo il grilletto, si ottiene una successione di colpi che può essere libera o controllata (3 colpi consecutivi). la semiautomatica invece, spara un colpo ad ogni pressione del grilletto per poi ricaricarsi e attendere la successiva pressione sul grilletto. quindi queste armi dovrebbero essere correttamente definite a ripetizione automatica, specificando poi il ciclo di fuoco. ricordiamo che per le armi automatiche in italia è vietata la vendita essendo le stesse catalogate come armi da guerra. sotto l’aspetto meccanico, è la modalità di funzionamento del meccanismo di sparo e la sua integrazione con il gruppo di apertura/chiusura che determina le caratteristiche tra armi automatiche e semiautomatiche. nelle armi a ripetizione manuale occorre una azione dell’utilizzatore per il ricameramento di una nuova cartuccia. per poter rendere offensiva (cioè pronta al fuoco) l’arma, occorre inserire un caricatore e quindi “scarrellare”, cioè arretrare manualmente il carrello porta otturatore così che la prima cartuccia entri nella camera e sia armato il percussore (armi ad otturatore chiuso) o sia predisposta la massa battente (armi a otturatore aperto). un selettore consente di modificare l’impostazione da colpo singolo a raffica controllata (3 colpi) o a raffica libera.
il meccanismo di sparo è un complesso meccanico che costituisce la catena della cinematica di scatto. ne fanno parte: grilletto, molle, percussore e cane. il grilletto è alla testa di questa catena e premendolo, mette in azione tutti i dispositivi collegati. il percussore è l’elemento terminale di questa catena.
il percussore può essere:
• fisso; quando fa parte integrante dell’otturatore. e’ il tipo di percussore usato nelle armi a chiusura labile che iniziano lo sparo ad otturatore aperto. sono dette anche “a massa battente”.
• lanciato; quando con il suo movimento determina la percussione dell’innesco. in pratica il percussore è trattenuto all’interno dell’otturatore dal sistema di scatto a riposo. quando si preme il grilletto, le leve di rinvio liberano il percussore il quale, spinto da una molla, va a colpire la capsula di innesco. e’ il sistema usato nei fucili “bol action” ad otturatore girevole/scorrevole.
• comandato (o guidato); quando per effettuare la percussione, deve a sua volta essere percosso da un altro elemento detto “cane”.
altro componente essenziale delle armi da fuoco è il "cane", presente in tutte le armi corte mentre nei fucili da combattimento è stato ormai sostituito da nuovi tipi di percussore. nelle armi antiche il cane era esterno e interamente visibile. oggi è visibile solo la parte che ne permette l'azionamento manuale. oppure è completamente coperto dalla cassa (garand m1) o dal carrello (pistola browning 1903). nella parte interna agiscono la molla, il grilletto e la sicura. premendo il grilletto, il cane scatta in avanti permettendo al percussore l'innesco della carica. l'innesco può essere colpito direttamente dal cane (quando il percussore è integrato) o da un percussore separato alloggiato nel castello. i modi per azionare lo sparo sono detti “modalità di scatto” e può essere ad azione singola (sa single action), a doppia azione (da double action) o ad azione mista (sa/da). nella modalità sa, quando si preme il grilletto, viene liberato il cane o il percussore quindi questo deve essere preventivamente armato automaticamente o manualmente. ad ogni colpo occorre armare il cane. nella modalità da premendo il grilletto, viene prima armato il cane (o il percussore) e poi liberato. la corsa del grilletto è più lunga ma è più sicura contro spari involontari. la maggior parte dei revolver moderni e delle semiautomatiche, usa il sistema da. la soluzione mista è adottata nelle armi moderne e consiste nel tenere il colpo in canna con il cane disarmato sparando il primo colpo in modalità da. i colpi successivi vengono sparati in modalità sa.
le armi semiautomatiche sono a singola canna, la zona dove viene fatta esplodere la munizione si chiama “camera” ed ha la forma in negativo del bossolo. quando avviene lo sparo, si sviluppa una combustione i cui gas generano una sovrapressione che lancia la palla lungo la canna. nella direzione opposta si genera una forza, di uguale intensità e direzione opposta che spinge il bossolo verso la parte posteriore della canna. questa forza è maggiore quanto più grande è potente la cartuccia. serve quindi un mezzo che impedisca al bossolo di muoversi mentre la palla è ancora nella canna e quindi la pressione è ancora molto alta. la parte meccanica a ciò destinata, si chiama “otturatore”. esso deve essere di massa sufficiente e deve essere dotato di una molla di recupero che lo faccia rimanere nella sua sede anche a fronte di munizioni di grosso calibro e quindi, di grande energia, anche se è evidente che esistono dei limiti oltre i quali non si può andare. in un arma portatile non si può avere un otturatore che pesi alcuni kg o una molla che non si riesce a manovrare manualmente. quindi i tecnici hanno escogitato un altro sistema per bloccare l’otturatore in sede e sbloccarlo subito dopo lo sparo. questi sono i sistemi detti di “ritardo di apertura” o “chiusure geometriche”. questi meccanismi vincolano otturatore e canna poi bloccano la cartuccia in camera liberandola solo dopo che la palla ha lasciato la canna. per questo motivo l’otturatore è diviso in “otturatore” e “porta-otturatore” con le due parti che possono muoversi relativamente. il beretta ar 70/90 (che vedremo in seguito) utilizza questo meccanismo. due sporgenze, dette “tenoni”, ruotando si vanno ad infilare in due sedi ricavate nella culatta. una pista ad “s” ricavata sul porta otturatore, fa in modo che al movimento avanti-indietro corrisponda una rotazione della testina. per far si che questo movimento avvenga in modo automatico, si spilla una parte dei gas di sparo convogliandoli ad un cilindro connesso al porta otturatore.
un sito specializzato, da cui ho tratto alcune descrizioni, linka delle animazioni di questi funzionamenti visibili qui:
http://www.youtube.com/watch?v=c1vd1d1hlsq&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=e6smloeznbs&feature=fvwrel
http://www.youtube.com/watch?v=klb4ejxsjxe&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=4fwste81hhq&feature=related
Last edited: