Exatem
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sopra e sotto le onde
4) evoluzione del mezzo navale
se consideriamo che fino al 1571, data della battaglia di lepanto gli scontri navali furono combattuti con la galea e, dalla metà del 1800 comincerà l’epoca dell’acciaio, il contesto storico delle navi da guerra a vela fu relativamente breve.
con l’avvento della polvere da sparo e il conseguente miglioramento delle artiglierie che diventarono sempre più potenti e leggere, fu possibile imbarcarle sui bastimenti dell’epoca.
le galee mostrarono però a quel punto il loro limite. dato che entrambi i fianchi erano interamente occupati dei rematori, rimanevano utilizzabili per i cannoni il castello di prua e il giardinetto di poppa. se si fosse riusciti a rinunciare ai remi sfruttando solamente le vele, si sarebbe liberato uno spazio enorme da utilizzare per disporre i cannoni. in questo contesto nasce la scienza navale. in sostituzione di metodi empirici utilizzati finora, si comincia a rendere più “scientifico, tecnico” l’approccio alla realizzazione delle navi. l’ammiragliato inglese uniformò le navi da guerra dividendole in classi. una nave di i^ classe aveva 90 o più cannoni, una nave di ii^ 80 o più, una di iii^ 50, anche le navi più piccole furono classificate ma solo le prime tre erano considerate navi da battaglia.
riguardo la costruzione, il problema che i cantieri dovettero affrontare era come riuscire a mettere 3 ponti carichi di cannoni di grosso calibro all’interno dello scafo. se messi troppo in alto rendevano la nave instabile, se troppo in basso si rischiava che l’acqua entrasse dai portelli, se si avvicinavano l’uno all’altro senza aumentare la lunghezza dello scafo e la superficie velica, la nave pescava troppo ed era troppo lenta ma, le tecniche costruttive di allora e il materiale impiegato, non consentivano di eccedere nelle dimensioni.
uno degli errori progettuali più famoso dell’epoca fu la “vasa”, galeone svedese da 1400 tonnellate che affondò il giorno del suo viaggio inaugurale. probabilmente la causa fu il peso spostato troppo in alto e che quindi, a causa di una raffica di vento improvvisa, fece inclinare su di un fianco lo scafo imbarcando acqua dai portelli dei cannoni e affondando in pochi minuti in 35 metri di acqua.
comunque questa fu la soluzione a prevalere e le flotte adottarono la nave a vela. queste nuove costruzioni, grazie ad una chiglia più profonda rispetto le galee dal fondo piatto, avevano una maggiore tenuta al mare. di contro la manovrabilità tipica delle galee era persa, queste navi dovevano fare affidamento solo sulla forza del vento e potevano navigare solo con vento in poppa o al massimo al traverso. la navigazione, a causa di questa scarsa manovrabilità, avveniva in linea di fila, gli scontri avvenivano su due file parallele con scambi di cannonate e di fucileria.
era la cosiddetta "guerra di squadra" che avrà tra i suoi maggiori interpreti de ruyter,tromp,tourville.
alla fine del 600 la francia si ritrovò sola contro tutto il resto d’europa, re luigi xiv disponeva di una flotta formidabile e la francia si poteva considerare la regina dei mari. lo scontro inevitabile avvenne il 10/7/1690 quando davanti alle coste britanniche apparve una flotta di 75 vascelli, 6 fregate e 20 brulotti (navi incendiare) al comando di a. hilarion de cotentin tourville dal “soleil royal” da 98 cannoni. lo scontro con gli inglesi, agli ordini del vice ammiraglio herbert sul “royal sovereign”, fu violento. il “vriesland” ebbe 230 tra morti e feriti, il “terrible” la poppa asportata da una cannonata dirompente, il “wapen van utrecht”, il “trolen” bruciarono tutta la notte. alla fine gli anglo-olandesi persero 17 navi mentre i francesi nemmeno una.
fu nelson, come vedremo in seguito, ad intuire che bisognava tentare di tagliare la strada al nemico puntando quindi alla prua o alla poppa del vascello nemico scarsamente o per nulla armato in quelle zone tentando di danneggiare l’alberatura per immobilizzarlo ed impedendo all’avanguardia, tagliata fuori dalla manovra, di ripiegare in soccorso della navi attaccate .
era nata la manovra del “taglio a t”.
4) evoluzione del mezzo navale
se consideriamo che fino al 1571, data della battaglia di lepanto gli scontri navali furono combattuti con la galea e, dalla metà del 1800 comincerà l’epoca dell’acciaio, il contesto storico delle navi da guerra a vela fu relativamente breve.
con l’avvento della polvere da sparo e il conseguente miglioramento delle artiglierie che diventarono sempre più potenti e leggere, fu possibile imbarcarle sui bastimenti dell’epoca.
le galee mostrarono però a quel punto il loro limite. dato che entrambi i fianchi erano interamente occupati dei rematori, rimanevano utilizzabili per i cannoni il castello di prua e il giardinetto di poppa. se si fosse riusciti a rinunciare ai remi sfruttando solamente le vele, si sarebbe liberato uno spazio enorme da utilizzare per disporre i cannoni. in questo contesto nasce la scienza navale. in sostituzione di metodi empirici utilizzati finora, si comincia a rendere più “scientifico, tecnico” l’approccio alla realizzazione delle navi. l’ammiragliato inglese uniformò le navi da guerra dividendole in classi. una nave di i^ classe aveva 90 o più cannoni, una nave di ii^ 80 o più, una di iii^ 50, anche le navi più piccole furono classificate ma solo le prime tre erano considerate navi da battaglia.
riguardo la costruzione, il problema che i cantieri dovettero affrontare era come riuscire a mettere 3 ponti carichi di cannoni di grosso calibro all’interno dello scafo. se messi troppo in alto rendevano la nave instabile, se troppo in basso si rischiava che l’acqua entrasse dai portelli, se si avvicinavano l’uno all’altro senza aumentare la lunghezza dello scafo e la superficie velica, la nave pescava troppo ed era troppo lenta ma, le tecniche costruttive di allora e il materiale impiegato, non consentivano di eccedere nelle dimensioni.
uno degli errori progettuali più famoso dell’epoca fu la “vasa”, galeone svedese da 1400 tonnellate che affondò il giorno del suo viaggio inaugurale. probabilmente la causa fu il peso spostato troppo in alto e che quindi, a causa di una raffica di vento improvvisa, fece inclinare su di un fianco lo scafo imbarcando acqua dai portelli dei cannoni e affondando in pochi minuti in 35 metri di acqua.
comunque questa fu la soluzione a prevalere e le flotte adottarono la nave a vela. queste nuove costruzioni, grazie ad una chiglia più profonda rispetto le galee dal fondo piatto, avevano una maggiore tenuta al mare. di contro la manovrabilità tipica delle galee era persa, queste navi dovevano fare affidamento solo sulla forza del vento e potevano navigare solo con vento in poppa o al massimo al traverso. la navigazione, a causa di questa scarsa manovrabilità, avveniva in linea di fila, gli scontri avvenivano su due file parallele con scambi di cannonate e di fucileria.
era la cosiddetta "guerra di squadra" che avrà tra i suoi maggiori interpreti de ruyter,tromp,tourville.
alla fine del 600 la francia si ritrovò sola contro tutto il resto d’europa, re luigi xiv disponeva di una flotta formidabile e la francia si poteva considerare la regina dei mari. lo scontro inevitabile avvenne il 10/7/1690 quando davanti alle coste britanniche apparve una flotta di 75 vascelli, 6 fregate e 20 brulotti (navi incendiare) al comando di a. hilarion de cotentin tourville dal “soleil royal” da 98 cannoni. lo scontro con gli inglesi, agli ordini del vice ammiraglio herbert sul “royal sovereign”, fu violento. il “vriesland” ebbe 230 tra morti e feriti, il “terrible” la poppa asportata da una cannonata dirompente, il “wapen van utrecht”, il “trolen” bruciarono tutta la notte. alla fine gli anglo-olandesi persero 17 navi mentre i francesi nemmeno una.
fu nelson, come vedremo in seguito, ad intuire che bisognava tentare di tagliare la strada al nemico puntando quindi alla prua o alla poppa del vascello nemico scarsamente o per nulla armato in quelle zone tentando di danneggiare l’alberatura per immobilizzarlo ed impedendo all’avanguardia, tagliata fuori dalla manovra, di ripiegare in soccorso della navi attaccate .
era nata la manovra del “taglio a t”.
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