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波の上および下

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mo te spiego!
... finire la mia di storia (che se permetti, ha una certa priorita')...
quindi pazienza (e tanta!).

p.s.: in compenso ho trovato l'ispirazione per spararne una delle mie su colombo, la imbastisco e la metto su.

:)

ecco qui' ci sarebbe lo spunto per dire qualche cosa.
metto un fermaglio e vediamo che succede.

aspetto pazientemente, d'altronde so benissimo che "la vera storia dell'aviazione" ha priorità 1.
io ne ho un po' aprofittato perchè in questi giorni ero a casa malaticcio, ma ora sono tornato a lavorare e quindi, fine della pacchia!
poi ti devo stuzzicare in "diretta" perchè ai pm non rispondi! e se ho intrapreso questa avventura, è anche un po' colpa tua. :biggrin:
per la "consitution", oggi ho buttato giù qualcosa (in fretta, ma io ci penso agli amici :finger:). domani pubblico.
ciao
 
aspetto pazientemente, d'altronde so benissimo che "la vera storia dell'aviazione" ha priorità 1.
io ne ho un po' aprofittato perchè in questi giorni ero a casa malaticcio, ma ora sono tornato a lavorare e quindi, fine della pacchia!

ma brutti bastardi senza rispetto per un povero vecchio (mai vecchio quanto stefano _me30, s'intende :smile: ) , uno non può mollare l'attenzione un secondo che partite con thread come questo senza avvisare.
quell'altro quasi centenario s'è messo a scrivere paginate tutto in un colpo dall'altra parte; e dasso so'caxxi a recuperare.

:smile:

ciao
 
complimenti bell'avventura!!!
ma cavolo io fatico a starvi dietro ragazzi...qua in umbria il mare non c'e' e per sciaquarmi i piedi devo metterli nella vasca da bagno a meno che non e' luglio o agosto...
però' un aiutino posso darlo anche io... batimetria... vi dice niente???
beh in questo campo mi sento con i piedi per terra lol.
capitano sono ai suoi supremi ordini se deve scandagliare fondali sconosciuti o potenzialmente pericolosi.

dai, su! cosa aspetti?
più contributi ci sono, meglio è!
(scusa se non ti ho risposto subito ma, "giornataccia").
ciao.
 
sopra e sotto le onde
5) la leggenda della “vecchia signora dai fianchi di ferro”
gli americani sono particolarmente affezionati alla “uss constitution” immortalata anche da una poesia di wendell holmes.
il soprannome le venne dato da un cannoniere che vide i proiettili rimbalzare contro le sue murate durante il combattimento con la fregata “guerriere” avvenuto il 12 agosto 1812. particolare è il fatto che i due comandanti, isaac hull e l’inglese dacres erano amici di vecchia data e scommisero ognuno il proprio cappello sull’esito dello scontro.
dopo 30 minuti di cannoneggiamento reciproco avvenuto a sud-est di halifax, le sorti erano decise. quando hull manovrò per portarsi sopravvento mentre dacres si metteva in panna, i suoi 44 cannoni tuonarono contro l’avversario. erano stati caricati sia a palle che a mitraglia e in 16 minuti abbatterono l’albero di mezzana. la “guerriere” così menomata rallentò e venne spinta al traverso dal vento. la “consitution” allora accostò per incrociare la prua e la colpì demolendole la maestra e il trinchetto. oltre che a disalberarla riducendola piatta come un pontone, vennero aperte anche numerose falle sotto il galleggiamento. dacres, avuti 15 morti e 64 feriti, si arrese. il capitano hull aiutò il nemico/amico a salire a bordo e rifiutò la spada che questi gli offriva come da tradizione, chiedendo invece il cappello della scommessa.
la fregata “constitution” è stata restaurata con i fondi raccolti dagli studenti americani ed è ora gelosamente custodita a boston, città dove fu varata nel 1797.
 
ma sono io quello quasi centenario?

ma no...., è i decano dei decani, il matusalemme dei progettisti, quello che si aggira sulla carrozzina tutta in rovere con le ruote piene, col gatto sulle ginocchia e che sta riscrivendo la storia dell'aeronautica. :smile:

ciao
 
ma no...., è i decano dei decani, il matusalemme dei progettisti, quello che si aggira sulla carrozzina tutta in rovere con le ruote piene, col gatto sulle ginocchia e che sta riscrivendo la storia dell'aeronautica. :smile:

ciao

quale dei due di preciso?
 

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sopra e sotto le onde
5) la leggenda della “vecchia signora dai fianchi di ferro”
gli americani sono particolarmente affezionati alla “uss constitution” immortalata anche da una poesia di wendell holmes.
il soprannome le venne dato da un cannoniere che vide i proiettili rimbalzare contro le sue murate durante il combattimento con la fregata “guerriere” avvenuto il 12 agosto 1812. particolare è il fatto che i due comandanti, isaac hull e l’inglese dacres erano amici di vecchia data e scommisero ognuno il proprio cappello sull’esito dello scontro.
dopo 30 minuti di cannoneggiamento reciproco avvenuto a sud-est di halifax, le sorti erano decise. quando hull manovrò per portarsi sopravvento mentre dacres si metteva in panna, i suoi 44 cannoni tuonarono contro l’avversario. erano stati caricati sia a palle che a mitraglia e in 16 minuti abbatterono l’albero di mezzana. la “guerriere” così menomata rallentò e venne spinta al traverso dal vento. la “consitution” allora accostò per incrociare la prua e la colpì demolendole la maestra e il trinchetto. oltre che a disalberarla riducendola piatta come un pontone, vennero aperte anche numerose falle sotto il galleggiamento. dacres, avuti 15 morti e 64 feriti, si arrese. il capitano hull aiutò il nemico/amico a salire a bordo e rifiutò la spada che questi gli offriva come da tradizione, chiedendo invece il cappello della scommessa.
la fregata “constitution” è stata restaurata con i fondi raccolti dagli studenti americani ed è ora gelosamente custodita a boston, città dove fu varata nel 1797.
sono stato a boston e ho visitato la vecchia signora, e' conservata come un gioiello ed e' in grado di prendere il mare in ogni momento.
ho le foto, se vi va le metto su.

ciaux
 
sono stato a boston e ho visitato la vecchia signora, e' conservata come un gioiello ed e' in grado di prendere il mare in ogni momento.
ho le foto, se vi va le metto su.

ciaux

giusto x onore di cronaca, la guerriere era un fregata di costruzione francese, con 38 cannoni da 18 libbre, mentre la constitution ne portava 44 da 24 libbre. quindi il comandante inglese mostrò un bel fegato (o forse una discreta incoscienza) a "provarci". cmq è un fatto che gli americani nella guerra anglo americana dei primi dell'ottocento abbiano mostrato di essere dei grandissimi marinai, al di là della superiorità locale in termini di navigli (l'inghilterra inviò in nord america solo fregate e non delle migliori, mai vascelli almeno di 3° classe, concentrati al blocco dei porti francesi).
 

sopra e sotto le onde

6) uomini di ferro per navi di legno
1^ parte

“per essere un grande marinaio, non basta essere prodi”
la storia della uss constitution di cui sopra, mi offre il pretesto per aprire ora una breve parentesi per soffermarmi sugli uomini che, con il loro coraggio, la loro intelligenza e una buona dose di incoscienza, hanno lasciato tracce indelebili nella storia. chi avventurandosi in luoghi mai visti e dei quali si temevano leggende e superstizioni, chi combattendo guerre sanguinarie distinguendosi per l’eroismo o l’acume tattico. ne ho scelti alcuni che considero significativi per le loro gesta o per le innovazioni che hanno saputo introdurre, dovendo per forza di cose, tralasciarne altri non meno significativi ma che avrebbero ampliato eccessivamente la trattazione.
di temistocle, il salvatore di atene e vincitore di salamina e caio duilio, l’inventore del corvo che sconfisse cartagine, abbiamo già detto.
agrippa, vincitore ad azio nel 31 a.c con ottaviano ed inventore del “rampone” una trave munita di uno sperone metallico che veniva lanciato contro la murata della nave avversaria per conficcarvisi profondamente e creare una “piattaforma” per il combattimento.
enrico il navigatore che creò la scuola navale e del quale ho già parlato ma, che con il suo desiderio di accrescere la potenza del portogallo, impose una svolta decisiva nella navigazione. bartolomeo dias; salpato nel 1478 si diresse verso il sud africa per scoprire il capo di buona speranza, il passaggio che l'8 giugno 1497 vasco da gama utilizzò per cercare di circumnavigare l'intero continente con quattro navi e un equipaggio di 170 uomini. giunto all'altezza della nuova guinea, la flotta puntò verso sud, prendendo il mare aperto. la navigazione durò diversi mesi, dopo 3500 miglia in mare aperto, finalmente, il 22 novembre 1498 il capo di buona speranza fu doppiato. le navi risalirono verso nord, scoprendo posti mai visti dagli europei. si avventurarono nell'oceano indiano cercando di raggiungere l'india cosa che riuscì. tornarono a lisbona nel settembre del 1499, con due sole navi e un terzo dei marinai sopravvissuti allo scorbuto, accolti trionfalmente.
cristoforo colombo; con tre navi più piccole di un moderno piccolo rimorchiatore e contro il parere di tutti, salpò verso l’ignoto scoprendo senza rendersene conto l’america (anche se poi il nome glielo diede amerigo vespucci). colombo il cui errore principale fu dovuto anche ad un errore di calcolo. infatti consultando un antico testo, aveva erroneamente ritenuto che un grado di latitudine equivalesse a 45 miglia anziché 66 accorciando di molto la distanza con il “catai”.
ferdinando magellano; il 20 settembre 1519 a capo di una squadra composta da 5 navi:trinidad, victoria, concepcion, san antonio e santiago, salpò con a bordo 265 uomini, di cui 24 italiani (tra essi, antonio pigafetta che annotò il diario di viaggio). dalle canarie raggiunse le coste brasiliane quindi quelle argentine. perduta la santiago, il navigatore proseguì la navigazione attraverso lo stretto da lui scoperto e che in seguito prese il suo nome. il 28 novembre 1520, dopo oltre un mese di navigazione, lo stretto era superato e magellano entrava nel grande oceano che chiamò pacifico, avendolo trovato nella sua attraversata eccezionalmente calmo. il 6 marzo 1521 magellano raggiunse guam nelle marianne, dopo una breve sosta diresse le sue navi alla volta delle filippine ma il 27 aprile 1521, fu ucciso da alcuni indigeni della piccola isola di mactan.
sir francis drake; famoso per essere stato uno dei più grandi corsari della storia della pirateria. in effetti fu soprattutto uno dei più importanti personaggi dell’inghilterra del xvi secolo. la spagna intendeva, neanche troppo velatamente, invadere il suolo inglese. la regina elisabetta i chiese a drake di attaccare la spagna nei suoi porti cercando di affondare il maggior numero di navi nemiche. famosa fu la presa della città di cadice dove riuscì ad affondare 31 navi spagnole riuscendo a far ritardare l’invasione di almeno un anno.
comunque filippo ii non intendeva rinunciare. il piano prevedeva l’invio di una imponente flotta a dunkerque permettendo quindi all’esercito di attraversare la manica iniziando l’invasione.
l’”invincibile armada” era composta da 130 vascelli. di fronte la flotta inglese, inferiore nel numero, era guidata da lord howard di effingham, ma il vero comando era esercitato dal vice ammiraglio sir francis drake il quale ebbe un ruolo fondamentale nell’evitare al suo paese una invasione da parte degli spagnoli. la battaglia di gravelines permise infatti agli inglesi di salvare il loro paese e di infliggere un duro colpo alla “invincibile armada”. una leggenda narra che ogni volta che l’inghilterra sarà in pericolo, se si suona il tamburo di sir francis drake, tornerà per salvare il paese.
 
sopra e sotto le onde
6) uomini di ferro per navi di legno
2^ parte

...maarten tromp; che nel 1639, durante la guerra tra spagnoli e olandesi sbaragliò la flotta spagnola nella battaglia delle dune la quale segnò la fine della spagna come potenza navale. nello scontro tromp fu il primo comandante di cui si sappia, ad utilizzare la tattica dello scontro in linea di battaglia.
michiel de ruyter, salvò l’olanda sconfiggendo i francesi di luigi xiv a solebay dopo che carlo ii d’inghilterra aveva dichiarato guerra alle province unite seguito poi appunto dalla francia.
hilarion de cotentin tourville; che abbiamo visto alla guida della flotta francese di re luigi xiv.
james cook; iniziò la carriera in marina nel 1755 e nel ’68 nominato tenente di vascello salpò per scrivere un capitolo della storia del pacifico. in questo fu aiutato dall’invenzione di un carpentiere dello yorkshire, tal john harrison che realizzò il primo, esatto, cronometro marino permettendo di determinare con precisione la longitudine. cook compì tre grandi spedizioni scientifiche. nella prima (1768-1770) scoprì la nuova zelanda ed esplorò le coste orientali dell'australia. nella seconda (1772-1773) scoprì la nuova caledonia, le isole marchesi e le nuove ebridi. nella terza, iniziata nel 1776, si spinse verso nord non riuscendo tuttavia, a causa dei ghiacci, ad andare oltre alla costa nord-ovest dell'america. sulla via del ritorno fu ucciso dagli indigeni delle isole hawaii.
john paul jones; fu il prime eroe della marina statunitense. nel maggio del 1776 divenne comandante della “u.s. providence”, promosso capitano nell'agosto dello stesso anno, l'anno successivo catturò la nave inglese “hms drake”. nel 1779 il governo francese gli mise a disposizione una flotta di cinque unità tra cui l'ammiraglia “le bonhomme richard”. il 23 settembre del 1779 riuscì a catturare la nave inglese “hms serapis”. per questo venne promosso contrammiraglio.
come abbiamo visto questo fu un periodo storico di grandi innovazioni. dopo l’epoca dei grandi esploratori e delle loro scarse dotazioni tecniche, ora è il momento di introdurre delle rivoluzionarie innovazioni. la prima di queste fu la formazione della linea di fila per il combattimento navale. infatti nel 1653, per la prima volta, le fighting instructions (ovvero il codice di condotta della battaglia navale) dell'ammiragliato britannico indicavano la "linea di fila" come la più efficiente disposizione tattica delle unità per un combattimento. questa formazione avrebbe avuto la massima efficacia se ogni nave si fosse impegnata contro avversari di analoghe prestazioni: cioè a condizione che «tutte le navi che la compongono possano avere la medesima velocità, siano in grado di manovrare nello stesso modo e dispongano di un armamento sufficiente per evitare che una unità si trovi contro una nave nemica con volume di fuoco superiore». di conseguenza le navi militari vennero classificate secondo il loro potenziale bellico, ovvero in base al numero di cannoni imbarcati, ed alla loro velocità. la nave di prima classe era quella più grande con più di 100 cannoni, quella di seconda ne ha da 80 a 98, di terza da 64 a 74, di quarta da 44 a 56, di quinta da 32 a 36 e di sesta da 24 a 28. in genere i cannoni hanno un calibro compreso tra 3 e 42 libbre.
queste sei classi erano suddivise anche in questo altro modo: le prime tre identificano le navi da battaglia, le altre comprendono scorte, avvisi, imbarcazioni con compiti ausiliari. i vascelli delle prime tre classi partecipano alle battaglie in linea (da cui deriva anche il vascello di linea), mentre quelli delle altre tre classi procedono da sole (veloci sia per sfuggire ad un nemico più grande, sia per poter raggiungere navi nemiche più piccole). il vascello divenne la principale nave da battaglia delle marine militari ma dalla fine del xviii secolo cadde progressivamente in disuso a causa dei suoi costi di gestione e della maggiore flessibilità d'uso della più piccola ma agile fregata che man mano lo rimpiazzò nell'uso operativo.
giunto a questo punto di questa storia di navi e uomini non posso non dedicare uno spazio a horatio nelson, colui che re guglielmo iv definì “il capitano-bambino” ma a cui i superiori, forse anche a causa della sua relazione con lady hamilton che scandalizzò l’alta società del tempo, non seppero tributare, almeno fino a che fu in vita, il giusto merito .
mentre napoleone alla testa delle sue armate attraversava l’europa, l’inghilterra continuava a combattere protetta da “mura di legno”. nonostante i francesi fossero in numero superiore, gli equipaggi inglesi attendevano la battaglia fiduciosi nella “banda dei fratelli” e nel loro comandante superiore lord nelson, un genio militare, orbo da un occhio e senza un braccio ma dotato di un intuito unico. il 21/10/1805 trentatrè navi franco – spagnole agli ordini dell’ammiraglio villeneuve vennero attaccate da 27 navi inglesi. al rullo dei tamburi gli equipaggi si disposero ai posti di combattimento. i marinai si fasciarono la testa per attutire il rumore dei cannoni, i portelli si aprirono lasciando intravedere i ponti inferiori pitturati di rosso per confondere il sangue, la sabbia venne sparsa per evitare di scivolare sullo stesso e i cannoni vennero fatti affacciare dalle murate. i sacchi pieni di polvere da sparo vennero ammassati mentre gli addetti ai pezzi si preparano a sparare la prima bordata, i fucilieri raggiunsero i loro posti.
i francesi cercano di ritirarsi verso cadice ma nelson divide le sue navi in 2 file e, anziché virare per affiancarsi alle navi nemiche come era usanza allora, punta dritto verso la linea nemica per spezzarne la fila, la rivoluzionaria “manovra a t”. nelson così facendo espone le sue navi al fuoco avversario correndo un enorme rischio. sale sul cassero della “victory” (tutt’oggi conservata) e si rifiuta di coprire i gradi e le decorazione della sua uniforme rendendosi così facile bersaglio dei moschetti francesi. il secondo schieramento è guidato dal vice ammiraglio collingwood sulla “royal sovereign”. dalla victory si alza il segnale che rimarrà famoso nella storia della marineria inglese, “l’inghilterra si aspetta che ogni uomo faccia il proprio dovere”.
così comincia la battaglia di trafalgar.
la victory è colpita più volte, perde l’albero di contromezzana, la prua è spazzata dall’artiglieria, la ruota del timone viene distrutta tanto che, si dovrà manovrare con il timone di emergenza sotto coperta. ma nelson ha spezzato la linea francese. la victory colpisce il “bucentaure”, la “redoutable”… nelson continua a passeggiare sul ponte fino a che un fuciliere francese lo colpisce alle reni. viene coperto per non far vedere agli uomini che l’ammiraglio è stato ferito e viene trasportato sottocoperta. morirà dopo circa 3 ore ma dopo aver sconfitto 7 navi francesi e 12 spagnole senza aver perso neanche una nave.
22 anni dopo si combatterà l’ultima grande battaglia tra navi a vela a navarrino dove francesi, inglesi e russi, questa volta alleati, sconfiggeranno la flotta turco-egiziana.

“non vi sono terre inabitabili ne mari che non possono essere navigati” robert thorne
 

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6) “…un mostro si muoveva nell’acqua a dispetto dei venti eruttando fumo e fiamme
la più grande nave a vela mai costruita fu la “preussen”. tutta in acciaio fino alla punta degli alberi, poteva navigare a una velocità di 17 nodi. poteva esporre al vento 5500 mq di vele equivalenti ad una potenza di 6000 cv. questa nave segnò il culmine dell’evoluzione della vela raggiungendo la “perfezione”.
era l’era dei clipper, queste splendide navi dallo scafo stretto, che correvano lungo le rotte battute dal vento, percorrendo la distanza tra hong kong e new york in meno di 75 giorni. ma la fine era ormai segnata. nuovi suoni riecheggiano nei porti, fischi, sirene, pistoni, stantuffi…il vapore, una potenza creata dall’uomo dopo secoli di dipendenza dai venti.
“quando mai si è sentito dire che il ferro galleggia?” era la domanda comune nel 1830. e invece gli scafi di legno verranno sostituiti da quelli in ferro, le ruote a pale dalle eliche, il carbone dalla nafta e in seguito dall’atomo. ci vorrà ancora un po’ per passare dalla “savannah” che attraversò l’oceano sfruttando il vapore, alla “savannah” ad energia nucleare.
erano occorsi secoli per navigare sfruttando i venti ma, dai primi scafi a ruote alle navi di linea ad elica, occorreranno solo una settantina di anni.
ma la prima “savannah”, una nave lunga 30m, costruita a new york nel 1818, spinta ad una velocità massima di 5 nodi da una macchina a vapore che azionava una ruota a pale che poteva essere smontata e ritirata a bordo se non necessaria, si dovette scontrare con l’opinione negativa dell’epoca. perché trasportare 60 tonnellate di carbone e legna, installare un motore pesante e che toglieva spazio per merci paganti? perché pagare per muoversi quando con il vento si poteva fare la stessa cosa gratis?
la savannah attraversò l’atlantico per cercare consensi in europa spingendosi fino a san pietroburgo poi, tornò in patria dove le venne tolto il motore e fu trasformata in nave da crociera costiera.
in ogni caso aveva segnato una nuova epoca.
le idee degli inventori di quegli anni erano quantomeno originali se non addirittura bizzarre. nel 1736 tal jonathan hulls progettò un rimorchiatore a vapore ma non riuscì neppure a vararlo. thomas toogood e james hayes proponevano un modo per “forzare l’acqua attraverso il fondo o i lati dello scafo, al di sotto della superficie…” il primo acquajet? john fitch costruì un mezzo a remi verticali con cui nel ’88 percorse 30 km sul delaware alla velocità di 5 nodi. robert fulton, inventore tra l’altro di un sommergibile, il “nautilus”, offerto a napoleone ma non acquistato, costruì la “the north river steamboat of clermont”. deriso e denigrato, “la follia di fulton” cominciò a muoversi nell’agosto del 1807 e per i successivi sette anni navigò il fiume hudson alla velocità di 4,5 nodi diventando il primo piroscafo commerciale.
ma i conservatori continuavano a pensare che una nave a vapore non avrebbe potuto mai compiere regolari viaggi transoceanici. ci penseranno gli inglesi che due anni dopo il viaggio della savannah, costruirono la “rising star” che fu la prima nave a vapore a navigare nel pacifico. nel 1838 gli inglesi furono pronti per la navigazione regolare in atlantico. il 23 aprile la “sirius” ancorò in america dopo 18 giorni di navigazione alla media di 6 nodi ma la “great western” arrivata subito dopo, aveva impiegato 15 giorni alla media di 8 nodi.
da tavolo da disegno di isambard kingdom brunel, progettista della “great western”, prese forma nel 1845 la ”great britain”, lunga 100m e primo piroscafo in ferro mosso da elica. aveva 6 compartimenti stagni; (a proposito, una curiosità. sapete chi ideò la suddivisione dello scafo in compartimenti stagni mediante le paratie? tal a. lincoln che disse di essersi ispirato alle giunche cinesi che già adottavano questa strategia costruttiva), i motori da 1000hp azionavano un elica a 6 pale di 4,8 m di diametro che ai collaudi, spinse la nave a 11 nodi. in seguito brunel progettò la “great eastern” da ben 22.500 tonnellate, lunga 215 m rimase la più grande mai costruita fino al varo della “oceanic” della famosa compagnia “white star”.
la great eastern fu un opera che nel 1850, andava oltre le possibilità tecniche dell’epoca, infatti risultò troppo grossa (venne soprannominata leviatan) per i motori del tempo, le sue ruote a pale avevano 18 m di diametro ed erano azionate da motori da 1000 hp mentre un elica di 7,5 m era mossa da un motore da 1600 hp. inoltre aveva 6 alberi in grado di portare 6000 mq di vele. era talmente grossa che non esistevano all’epoca rimorchiatori in grado di muoverla. brunel allora ne progettò due che la nave avrebbe dovuto portare con se appesi alle murate come scialuppe. non furono mai costruiti.
il varo rappresentò una sfida nella sfida. dato che era considerata troppo grande per il tradizionale varo di poppa, fu costruito uno scalo parallelo al corso del fiume ma le guide su doveva scivolare, si sfasciarono sotto il peso. un argano crollò travolgendo gli operai. quando finalmente riuscirono, la nave galleggiò per soli tre mesi grazie ad una marea eccezionalmente alta. i costi esorbitanti rovinarono brunel e la compagnia finanziatrice. una nuova compagnia subentrò e mise la nave in mare nel 1851 ma durante i collaudi un esplosione uccise 5 uomini. finalmente nel 1860 attraversò l’oceano diretta a new york trasportando pochissimi passeggeri paganti. nel ’61 una tempesta le distrusse le pale e il timone, al largo di long island uno scoglio le squarciò lo scafo. dal 65 al 73 venne impiegata come nave posacavi per la stesura del cavo telegrafico attraverso gli oceani. nel 1899 cominciò la lunga e costosa demolizione.
si racconta che tra le lamiere del doppiofondo vennero ritrovate le ossa di un operaio rimasto intrappolato durante la chiodatura delle lamiere per le riparazioni dai danni causati dallo scoglio.
la nave conservava la fame di "nave maledetta".
 
a bristol ho visitato la great britain, conservata meno bene dell'americana e' comunque bellissima.
 

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la più grande nave a vela mai costruita fu la “preussen”. ...una potenza di 6000 cv.
potenza dell'energia eolica!

ci vorrà ancora un po’ per passare dalla “savannah” che attraversò l’oceano sfruttando il vapore, alla “savannah” ad energia nucleare.
spesso la tecnologia non e' proprio un vantaggio!
:smile:

perché trasportare 60 tonnellate di carbone e legna, installare un motore pesante e che toglieva spazio per merci paganti? perché pagare per muoversi quando con il vento si poteva fare la stessa cosa gratis?
come passa il tempo e come le cose tornano di moda.
 

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