sopra e sotto le onde
6) uomini di ferro per navi di legno
2^ parte
...maarten tromp; che nel 1639, durante la guerra tra spagnoli e olandesi sbaragliò la flotta spagnola nella battaglia delle dune la quale segnò la fine della spagna come potenza navale. nello scontro tromp fu il primo comandante di cui si sappia, ad utilizzare la tattica dello scontro in linea di battaglia.
michiel de ruyter, salvò l’olanda sconfiggendo i francesi di luigi xiv a solebay dopo che carlo ii d’inghilterra aveva dichiarato guerra alle province unite seguito poi appunto dalla francia.
hilarion de cotentin tourville; che abbiamo visto alla guida della flotta francese di re luigi xiv.
james cook; iniziò la carriera in marina nel 1755 e nel ’68 nominato tenente di vascello salpò per scrivere un capitolo della storia del pacifico. in questo fu aiutato dall’invenzione di un carpentiere dello yorkshire, tal john harrison che realizzò il primo, esatto, cronometro marino permettendo di determinare con precisione la longitudine. cook compì tre grandi spedizioni scientifiche. nella prima (1768-1770) scoprì la nuova zelanda ed esplorò le coste orientali dell'australia. nella seconda (1772-1773) scoprì la nuova caledonia, le isole marchesi e le nuove ebridi. nella terza, iniziata nel 1776, si spinse verso nord non riuscendo tuttavia, a causa dei ghiacci, ad andare oltre alla costa nord-ovest dell'america. sulla via del ritorno fu ucciso dagli indigeni delle isole hawaii.
john paul jones; fu il prime eroe della marina statunitense. nel maggio del 1776 divenne comandante della “u.s. providence”, promosso capitano nell'agosto dello stesso anno, l'anno successivo catturò la nave inglese “hms drake”. nel 1779 il governo francese gli mise a disposizione una flotta di cinque unità tra cui l'ammiraglia “le bonhomme richard”. il 23 settembre del 1779 riuscì a catturare la nave inglese “hms serapis”. per questo venne promosso contrammiraglio.
come abbiamo visto questo fu un periodo storico di grandi innovazioni. dopo l’epoca dei grandi esploratori e delle loro scarse dotazioni tecniche, ora è il momento di introdurre delle rivoluzionarie innovazioni. la prima di queste fu la formazione della linea di fila per il combattimento navale. infatti nel 1653, per la prima volta, le fighting instructions (ovvero il codice di condotta della battaglia navale) dell'ammiragliato britannico indicavano la "linea di fila" come la più efficiente disposizione tattica delle unità per un combattimento. questa formazione avrebbe avuto la massima efficacia se ogni nave si fosse impegnata contro avversari di analoghe prestazioni: cioè a condizione che «tutte le navi che la compongono possano avere la medesima velocità, siano in grado di manovrare nello stesso modo e dispongano di un armamento sufficiente per evitare che una unità si trovi contro una nave nemica con volume di fuoco superiore». di conseguenza le navi militari vennero classificate secondo il loro potenziale bellico, ovvero in base al numero di cannoni imbarcati, ed alla loro velocità. la nave di prima classe era quella più grande con più di 100 cannoni, quella di seconda ne ha da 80 a 98, di terza da 64 a 74, di quarta da 44 a 56, di quinta da 32 a 36 e di sesta da 24 a 28. in genere i cannoni hanno un calibro compreso tra 3 e 42 libbre.
queste sei classi erano suddivise anche in questo altro modo: le prime tre identificano le navi da battaglia, le altre comprendono scorte, avvisi, imbarcazioni con compiti ausiliari. i vascelli delle prime tre classi partecipano alle battaglie in linea (da cui deriva anche il vascello di linea), mentre quelli delle altre tre classi procedono da sole (veloci sia per sfuggire ad un nemico più grande, sia per poter raggiungere navi nemiche più piccole). il vascello divenne la principale nave da battaglia delle marine militari ma dalla fine del xviii secolo cadde progressivamente in disuso a causa dei suoi costi di gestione e della maggiore flessibilità d'uso della più piccola ma agile fregata che man mano lo rimpiazzò nell'uso operativo.
giunto a questo punto di questa storia di navi e uomini non posso non dedicare uno spazio a horatio nelson, colui che re guglielmo iv definì “il capitano-bambino” ma a cui i superiori, forse anche a causa della sua relazione con lady hamilton che scandalizzò l’alta società del tempo, non seppero tributare, almeno fino a che fu in vita, il giusto merito .
mentre napoleone alla testa delle sue armate attraversava l’europa, l’inghilterra continuava a combattere protetta da “mura di legno”. nonostante i francesi fossero in numero superiore, gli equipaggi inglesi attendevano la battaglia fiduciosi nella “banda dei fratelli” e nel loro comandante superiore lord nelson, un genio militare, orbo da un occhio e senza un braccio ma dotato di un intuito unico. il 21/10/1805 trentatrè navi franco – spagnole agli ordini dell’ammiraglio villeneuve vennero attaccate da 27 navi inglesi. al rullo dei tamburi gli equipaggi si disposero ai posti di combattimento. i marinai si fasciarono la testa per attutire il rumore dei cannoni, i portelli si aprirono lasciando intravedere i ponti inferiori pitturati di rosso per confondere il sangue, la sabbia venne sparsa per evitare di scivolare sullo stesso e i cannoni vennero fatti affacciare dalle murate. i sacchi pieni di polvere da sparo vennero ammassati mentre gli addetti ai pezzi si preparano a sparare la prima bordata, i fucilieri raggiunsero i loro posti.
i francesi cercano di ritirarsi verso cadice ma nelson divide le sue navi in 2 file e, anziché virare per affiancarsi alle navi nemiche come era usanza allora, punta dritto verso la linea nemica per spezzarne la fila, la rivoluzionaria “manovra a t”. nelson così facendo espone le sue navi al fuoco avversario correndo un enorme rischio. sale sul cassero della “victory” (tutt’oggi conservata) e si rifiuta di coprire i gradi e le decorazione della sua uniforme rendendosi così facile bersaglio dei moschetti francesi. il secondo schieramento è guidato dal vice ammiraglio collingwood sulla “royal sovereign”. dalla victory si alza il segnale che rimarrà famoso nella storia della marineria inglese, “l’inghilterra si aspetta che ogni uomo faccia il proprio dovere”.
così comincia la battaglia di trafalgar.
la victory è colpita più volte, perde l’albero di contromezzana, la prua è spazzata dall’artiglieria, la ruota del timone viene distrutta tanto che, si dovrà manovrare con il timone di emergenza sotto coperta. ma nelson ha spezzato la linea francese. la victory colpisce il “bucentaure”, la “redoutable”… nelson continua a passeggiare sul ponte fino a che un fuciliere francese lo colpisce alle reni. viene coperto per non far vedere agli uomini che l’ammiraglio è stato ferito e viene trasportato sottocoperta. morirà dopo circa 3 ore ma dopo aver sconfitto 7 navi francesi e 12 spagnole senza aver perso neanche una nave.
22 anni dopo si combatterà l’ultima grande battaglia tra navi a vela a navarrino dove francesi, inglesi e russi, questa volta alleati, sconfiggeranno la flotta turco-egiziana.
“non vi sono terre inabitabili ne mari che non possono essere navigati” robert thorne