Exatem
Guest
ma solo una immagine?!?!?!
veramente sono due, di cui una....
va beh, eccone altre:
le prime due sono relative al progetto ramognino, segue il sassaroli e per ultimo l'mtm.
ne seguiranno altre.
ma solo una immagine?!?!?!
veramente sono due, di cui una....
va beh, eccone altre:
le prime due sono relative al progetto ramognino, segue il sassaroli e per ultimo l'mtm.
ne seguiranno altre.
quello verdeeee.....
:smile:
sarebbe questo?:
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..non è proprio "micalizzato", ma potrebbe anche starci. per mimetizzarsi nelle acque tuttaltro che cristalline in darsena.
pensi non sia "fedele"?
saluti
marco:smile:
... dovrebbe essere ad imperia.ho anche io delle foto relative a quel slc ma francamente non so dove è esposto...
già... ed è quello che purtroppo ha causato la "dipartita" del mio vecchio e modesto gozzo siciliano ligneo (26').... quando la nave è in acqua il suo peso è equilibrato dalla spinta idrostatica in maniera uniforme ma quando poggia sui tacchi, il peso va a scaricarsi su questi e l’equilibrio sarà raggiunto dalle reazioni così generate. ma se una taccata per qualunque motivo dovesse cedere, le forze verrebbero ridistribuite con conseguenze molto pericolose...
già... ed è quello che purtroppo ha causato la "dipartita" del mio vecchio e modesto gozzo siciliano ligneo (26').
per una serie di brutte vicende famigliari era rimasta in disuso ferma in porto per almeno 2 stagioni. ritrovati "gli stimoli" io e mio papà decidiamo di rimetterci mano e procedere alla manutenzione ormai assolutamente necessaria. contattiamo l'impresa per l'alaggio e quel giorno assistiamo ad un epilogo tristissimo: non appena è fuori dal pelo dell'acqua il fasciame cede di schianto, sotto il suo stesso peso esercitato sulle braghe :frown:
e' vero, era molto vecchia ed era stata trascurata, ma in acqua "alla vista" non presentava difetti particolarmente allarmanti, e quell'operazione era stata fatta più volte nel corso degli anni.
t'assicuro che è stata davvero un'esperienza bruttissima. era un semplice oggetto di svago di ormai nessun valore, ma ne ero appassionato ed affezionato... il mio mare era quello, niente spiaggia o "vita mondana". tutti i fine settimana dal mattino a tarda sera in "barca" (virgolettato perchè per lei è un complimento esagerato:biggrin. anche col brutto tempo, sempre lì fermi in porto... ma era una vita estremamente appagante e rilassante.
vabbè, scusa l'intromissione :smile:
e sempre complimentissimi, la descrizione (come sempre) è bella e precisa.
saluti
marco
(...segue)
fu questo un periodo in cui proliferavano idee e soluzioni ardite molte delle quali divennero artefici di eroiche imprese. le gesta degli assaltatori della decima flottiglia mas sono note a molti. le imprese di alessandria, malta, suda e gibilterra hanno la stessa fama dei mezzi utilizzati a questo scopo. i siluri a lenta corsa (slc), più famosi come “maiali”, i barchini esplosivi e le mignatte... un po’ meno nota è la quantità di mezzi, studi e ricerca che caratterizzarono questo periodo. furono così tanti e tali che le marine alleate vincitrici dedicarono molto tempo all’analisi dei mezzi ideati per gli assaltatori, sia quelli realizzati, sia quelli rimasti a livello di idea o prototipo.
vediamo ora una rassegna dei mezzi pensati o realizzati per gli assaltatori della x mas.
slc - "maiale"
il siluro lenta corsa è il mezzo d'assalto più famoso non fosse altro che per il suo soprannome di "maiale". altrettanto famoso dovrebbe essere per i risultati ottenuti. anche se tutti conoscono questo mezzo, non tutti sanno come fu realizzato.
nato nella mente di teseo tesei e elios toschi, entrambi direttori di macchina su sommergibili classe h di base a la spezia, che si ispirarono alla mignatta di paolucci e rossetti, aveva il preciso scopo di colmare il gap tra la nostra marina e quella britannica. per la realizzazione dei primi esemplari di slc si utilizzarono materiali di recupero. la base di partenza era rappresentata da normali siluri da 533mm uguali a quelli in dotazione ai sommergibili.
erano costituiti da 5 sezioni: la testa contenente l'esplosivo; la testa di manovra con gli organi di comando; il corpo centrale con gli accumulatori; la coda con il motore; la struttura con timoni ed eliche. vennero aggiunte delle casse assetto che potevano essere esaurite grazie a due pompe elettriche. la testa del siluro, contenente la carica esplosiva da quasi 300 kg (solo l'involucro ne pesava 68) fu modificata con l'adozione di spolette ad orologeria della borletti di milano e resa separabile dal corpo centrale mediante una fascia di collegamento che in seguito verrà sostituita da un perno longitudinale. un golfare detto "di sospensione" consentiva di appendere mediante un cavo, la testa esplosiva alla nave da colpire. nella testa di manovra si trovava la cassa assetto prodiera e i comandi di manovra. il corpo centrale, chiuso alle estremità da paratie stagne, conteneva i 30 elementi della batteria a 150 ah - 60v,. nella coda si trovava il motore da 1,1hp (poi incrementati a 1,6) che consentiva una velocità massima di 3 nodi e un autonomia di 15 miglia e, la cassa assetto poppiera attraversata dall'asse dell'elica. un riduttore di giri e un cuscinetto reggispinta collegavano il motore alle due eliche assiali controrotanti. il riduttore fu fonte continua di problemi e rotture. in seguito le due eliche verranno sostituite da un unica elica quadripala più efficiente alle basse velocità. l'elica era protetta da una gabbia conica per impedire che si impigliasse in reti o cavi. i timoni verticale e orizzontale erano manovrati attraverso un complesso di rinvii, pulegge e cavi.
i due operatori montavano a cavalcioni sul siluro su due seggiolini appoggiando le gambe a staffe metalliche e il pilota, seduto alla postazione anteriore, era “riparato” da uno scudo che proteggeva anche un cruscotto stagno con gli strumenti ossia, un profondimetro, un orologio, una bussola, un volmetro, due amperometri e una livella a bolla d'aria. la velocità poteva essere regolata grazie ad un reostato e disponeva anche di marcia indietro. alle spalle del pilota si trovava la cassa rapida e le bombole dell'aria compressa da 200 atm. la valvola di sfogo era regolata da un comando posto sul lato sinistro della cassa. dopo il posto del secondo operatore, si trovava un blocco di legno di balsa la cui spinta positiva equilibrava il peso del motore sottostante, infine una struttura a libera circolazione di acqua creava un riposto per attrezzi come cesoie taglia cavi, un portaviveri stagno, autorespiratore di riserva, ecc. ecc. la velocità era modesta sia in emersione che in immersione.
i primi due esemplari vennero realizzati presso l'officina siluri san bartolomeo e il primo fu pronto il 2 novembre 1935. le prove in mare diedero risultati incoraggianti anche se ancora insoddisfacenti. dopo poco fu pronto anche il secondo esemplare che però accusò alcuni problemi ed ebbe bisogno di maggiore messa a punto. intanto lo sato maggiore ordinò la costruzione di ulteriori quattro esemplari. finita la guerra di etiopia l'interesse dello s. m. diminuì sino a scomparire del tutto. i mezzi vennero abbandonati in un magazzino e gli operatori destinati a vari servizi. data la segretezza che caratterizzò tutta la vita degli slc, non si conosce con esattezza quanti esemplari furono realizzati. dopo i due prototipi iniziali del 10935/36 ne venne ordinata una prima serie di 4 seguita da una seconda di 5 numerati da 1 a 11. altri (forse) 8 esemplari del 40 vennero numerati come "serie 100" quindi ebbero numeri 120, 130, ecc. l'ultima serie del 41 apparterebbero alla serie 200 iniziando dal 220 per proseguire con 221, 222, ecc.
il resto è storia, durante la seconda guerra mondiale, gli slc vennero “riesumati” e si resero autori di eroiche imprese come quella forse più famosa, l’attacco al porto di alessandria.
ssb - il siluro san bartolomeo
gli slc avevano evidenziato numerose limitazioni di impiego. gli equipaggi dovevano essere muniti di autorespiratori a circuito chiuso per evitare la formazione di bolle d'aria. il gas veniva purificato dall'anidride carbonica grazie ad un filtro di calce sodata che però una volta saturo, non era più in grado di purificare l'ossigeno. numerosi operatori furono vittime di malori da avvelenamento, soprattutto il secondo che viaggiava sempre immerso. così si dovette rielaborare il progetto e gli studi vennero affidati al maggiore del genio navale mario maciulli e al capitano travaglino con la consulenza dell'ing. cattaneo. grazie alla collaborazione degli uomini della xmas e della direzione armi subacquee di la spezia, la realizzazione dei prototipi venne affidata nuovamente alle officine san bartolomeo da cui il nome siluro san bartolomeo (ssb). solo tre esemplari furono portati a termine prima della fine della guerra di cui due rimasero a la spezia e uno, fu inviato a venezia.
(segue...)
e' passato adesso alla sflilata del 2 giugno a roma!
:smile:
ot- oggi nel golfo dei poeti sembrava di giocare a battaglia navale... :tongue:
c'ero anche io oggi in mare a fare le "evoluzioni"...
seguiranno foto.
ciao.
ed un pezzetto di storia, vero?:bekle:
queste sono due delle foto fate oggi in mare. non sono belle ma il tempo era pessimo, pioggia e visibilità ridotta. domani ne faremo altre se il clima consente.