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波の上および下

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beilul
impostato nei cantieri o.t.o di la spezia il 2 luglio 1937, fu varato il 22 maggio 1938 e consegnato il 14 settembre 1938. destinato inizialmente a lero, venne in seguito dislocato ad augusta dove si trova allo scoppio della guerra. la prima missione di agguato tra pantelleria e lampedusa non da luogo ad avvistamenti. nella seconda missione, questa volta nelle acque di creta, avvista ed attacca un caccia con il lancio dei siluri da meno di 1000 metri poi si immerge per sfuggire alla reazione che acusa diverse avarie e costringe al rientro alla base. dopo altri attacchi senza esito, il primo dicembre 1941 viene attaccato da un sunderland che però viene accolto dal fuoco contraereo del battello che lo costringe a ritirarsi con un incendio a bordo. ma l’attacco dell’aereo ha causato alcune avarie per cui il beilul è costretto a rientrare per riparazioni. la missione successiva si svolge dal 4 giugno 1942 nelle acque della cirenaica dove attacca due piccoli convogli. la reazione dei caccia causano alcune avarie che lo costringono nuovamente al rientro. dopo un lungo periodo di lavori, il 12 giugno 1943 attacca una formazione di caccia inglesi classe “jervis” senza colpirne alcuno. viene mandato a monfalcone per essere sottoposto a lavori di ammodernamento dove i tedeschi lo catturano dopo l’armistizio e lo trasformano in bettolina per i combustibili. affonderà in seguito ad un attacco aereo alleato nel maggo del 44.

dagabur
impostato nei cantieri tosi di taranto il 16 aprile 1936, fu varato il 22 novembre 1936 e consegnato il 9 aprile 1937. dislocato inizialmente a taranto presso la 43^ squadriglia, effettuò una crociera addestrativa nel dodecaneso poi nel 37 comì tre missioni nella guerra di spagna nella prima delle quali lanciò un siluro contro un piroscafo senza colpirlo, quindi venne destinato prima atobruk, poi a taranto e augusta. le prime missioni di guerra sono prevalentemente antisom nel golfo di taranto e in seguito di agguato lungo le coste della tunisia e della libia. il 30 marzo 1941 avvista un incrociatore leggero inglese e lo attacca alle 20.27 con il lancio di tre siluri. dopo 2 minuti e 50 secondi, l’incrociatore “bonaventure” da 5.450t subisce due esplosioni che pur danneggiandolo fortemente, non ne causano l’immediato affondamento. alle 03.00 verrà nuovamente colpito dal sommergibile ambra e affonderà con 23 ufficiali e 115 uomini di equipaggio. il 14 dicembre attacca in superficie il sommergibile britannico “talisman” che però sfugge all’attacco e reagisce lanciando a sua volta due siluri e sparando con il cannone. il dagabur partecipa alla battaglia di mezzo agosto dove il 12 agosto attacca il gruppo “furious” ma il caccia inglese “wolverine” lo sperona affondandolo e riportando a sua volta danni così gravi da dover essere soccorso da un altro caccia. il dagabur affonda con 5 ufficiali e 40 uomini di equipaggio.

dessie’
impostato nei cantieri tosi di taranto il 20 aprile 1936, fu varato il 22 novembre 1936 e consegnato il 14 aprile 1937. dislocato inizialmente a taranto, in forza alla 43^ squadriglia, compie una missione nella guerra di spagna poi dopo essere stato dislocato a tobruk, rientra a taranto e ad augusta. durante la missione tra l’8 e il 16 agosto, avvista un trasporto nemico che però sfugge grazie alla alta velocità.nil 22 novembre attacca a ponente di malta la 3^ divisione incrociatori formata da “york”, “gloucester” e “glascow” che però non vengono colpiti. durante la battaglia di mezzo agosto, seguito dell’operazione pedestal, il dessiè lancia quattro siluri contro un convoglio di otto unità colpendo il “brisbane star” da 12.800t che riesce comunque a continuare la navigazione a moto lento anche se sottoposto a successivi attacchi da parte dell’aeronautica dell’asse. nella stessa azione il dessiè affondò anche il piroscafo “decaulion” da 7.500. ma la sera del 13 fu attaccato da aerei britannici che causarono la morte di un marinaio, diversi feriti e l’avaria di alcuni elementi delle batterie costringendolo al rientro alla base. il 18 novembre 1942 partì da messina diretto al largo di bona. il 27 rispose ad una chiamata radio poi del dessiè non si ebbero più notizie. da fonti inglesi risulta che il battello fu attaccato da un aereo e successivamente da unità leggere di superficie che lo affondarono con tutti i 48 uomini di equipaggio.

durbo
impostato nei cantieri o.t.o di la spezia l’8 marzo 1937, fu varato il 6 marzo 1938 e consegnato il 1 luglio 1938. dopo una crociera addestrativa e il dislocamento a lero, all’inizio della guerra fu inviato in missione esplorativa nel golfo di hammamet. durante il trasferimento avvistò una unità leggera che attaccò con due siluri. non si conosce l’esito dell’attacco. il 9 ottobre 1940 salpa da messina diretto a gibilterra ma viene avvistao da un aereo e segnalato a pattuglie antisom che lo sottoposero a dura caccia causando anche alcune avarie. durante lo stesso pomeriggio, alla caccia si unì un’altra unità la cui precisione nell’attacco, causò ulteriori gravi avarie per cui, dopo 11 ore di continui bombardamenti, esaurita la riseva di aria, il durbo fu costretto all’emersione. ma con il cannone danneggiato dagli scoppi delle bombe di profondità, il battello si trovò impossibilitato a difendersi e venne perciò autoaffondato dall’equipaggio che venne recuperato dai caccia “firedrake” e “wrestler”.

gondar (motto: usque ad finem – fino alla meta)
impostato nei cantieri o.t.o di la spezia il 15 gennaio 1937, fu varato il 3 ottobre 1937 e consegnato il 28 febbraio 1938. assegnato alla 14^ squadriglia di la spezia, dopo una crociera addestrativa passò alle dipendenze del gruppo sommergibili di messina e destinato a lero. poi fece rientro a messina e quindi di nuovo a la spezia. all’inizio delle ostilità fuinviato lungo le coste francesi dove non ebbe contatti con unità nemiche. dopo altre missioni verso la francia e gibilterra, svolte dal 18 giugno al 16 agosto, l’unità venne sottopsta presso l’arsenale di la spezia a lavori di modifica per il trasporto dei mezzi d’assalto tipo slc (maiali). rimosso il cannone in copertas, due cilindri furono posizionati a poppa della falsatorre e uno a prora poi, il 21 settembre, agli ordini del tv francesco brunetti, il gondar salpò diretto a alessandria per un secondo tentativo di incursione nella base nemica (il primo tentativo, fallito, era stato compiuto dall’iride). giunto il 23 sera a messina, imbarcò sei ufficiali, un sottufficiale e tre palombari del gruppo degli operatori di mezzi speciali poi, navignado occultato, si diresse verso alessandria. ma il giorno 29 il battello riceve l’ordine di dirigere su tobruk dove attendere il rientro della flotta nemica uscita nel frattempo dal porto egiziano. ma durante il traferimento viene avvistato da due unità nemiche e nonostante il tentativo di disimpegnarsi, viene sottoposto ad un attacco durato oltre 14 ore. le bombe di profndità cusarono gravi avarie con apertura di vie d’acqua dagli astucci delle eliche e l’allagamento dei contenitori degli slc. il sommergibile fu così costretto ad emergere ed a autoaffondarsi mentre l’equipaggio veninva recuperato dai caccia “stuart” e “diamond”. nell’attacco era deceduto luigi longobardo. era il 30 settembre 1940.

lafole’
impostato nei cantieri o.t.o di la spezia il 30 giugno 1937, fu varato il 10 aprile 1937 e consegnato il 13 agosto 1938. assegnato al 5^ gruppo di lero, nel maggio del 40 viene trasferito a tobruk da dove inizia l’attività bellica. dopo diversi pattugliamenti senza incontri con il nemico, il 20 ottobre attacca un caccia che lo individua e lo sottopone al lancio di bombe di profondità le cui esplosioni causano gravissime avarie rta cui la deformazione degli assi eliche, il blocco dei motori elettrici e delle pompe di assetto. alle 17.30, divenuto impossibile mantenersi sott’acqua, si decide per l’emersione. ma mentre il secondo tenta di aprire il portello della torretta, il lafolè è speronato . otto uomini si ritrovano sbalzati fuori e saranno recuperati dai caccia “gallant”, “hotspur” e “griffin” mentre tutti gli altri affondano con il sommergibile.

macalle’
il macallè fu impostato l’1 marzo 1936 nei cantieri o.t.o di la spezia, varato il 29 ottobre 1936 e consegnato il 1 marzo 1937. inizialmente destinato alla 23^ squadriglia di napoli, dopo le crociere addestrative viene inviato in spagna dove compie una missione. nel 1940 viene inviato a massaua in mar rosso da dove, allo scoppio delle ostilità, salpa diretto verso porto sudan. ma dopo pochi giorni di navigazione, a bordo si manifestano i primi sintomi di avvelenamento da cloruro di metile, la sostanza utilizzata negli impianti di condizionamento dell’epoca. non constata però alcuna perdita di gas, i malori sono attribuiti erroneamente al cibo avariato. viene comunque disposta la ventilazione dei locali. ma la situazione peggiora e anche il comandante risulta intossicato. nella notte tra il 14 e il 15, a causa dello stato confusionale che regna a bordo, il macallè, che si trova fuori dalla rotta prevista, si incaglia sull’isolotto di bar musa chebir con la prora impennata e con 60° di sbandamento a sinistra. l’equipaggio sbarca dopo aver distrutti i cifrari e recuperato viveri e acqua ma nessuno si ricorda di comunicare a massaua il naufragio. il comandante decide di inviare alla ricerca di soccorsi un piccolo gruppo di marinai con il guardiamarina elio sandroni che finalmente il giorno 20 riescono a comunicare con massaua. l’’equipaggio del macallè srà recuperato dal sommergibile guglielmeotti inviato in soccorso mentre a sandroni sarà conferita sul campo la m.a.v.m.

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neghelli
il neghelli fu impostato il 25 febbraio 1937 nei cantieri o.t.o di la spezia, varato il 7 novembre 1937 e consegnato il 28 febbraio 1938. dopo una crociera addestrativa nel dodecaneso, il neghelli fu assegnato alla base di lero e in seguito, rientrò nella sede della spezia nel maggio 1940. allo scoppio della guerra fu inviato in missione esplorativa nelle acque del golfo di genova e rientrò il giorno 14 senza aver incontrato traffico navale avversario. in missione dal 1° agosto 1940 nelle acque a nord di capo bougaroni con il compito di intercettare la forza ""h" britannica, alle 18.50 circa del 5 agosto, a ponente di punta asinara, fu fatto sottoposto al lancio, da parte di una unità subacquea avversaria, di una coppia di siluri che vennero evitati manovrando. il 13 dicembre, mentre era in missione a sud di marsa matruh, avvistò un incrociatore tipo "southampton", contro il quale lanciò tre siluri che centrarono il bersaglio. l'unità, gravemente danneggiata, era l'incrociatore britannico “coventry”, di 4.290 t, che riuscì però a rientrare ad alessandria. il 14 gennaio 1941 il neghelli riprese il mare da lero per una missione di agguato offensivo fra le isole dell'egeo. dopo la partenza non si ebbero più sue notizie. dalla documentazione britannica risulterebbe che il 19 gennaio, alle ore 11.25, l'unità fu affondata, con l'intero equipaggio, dal cacciatorpediniere “greyhound”, subito dopo che il neghelli aveva silurato, danneggiandolo, il piroscafo “clan cunning”, di 7264 t.

tembien
il tembien fu impostato il 6 febbraio 1937 nei cantieri o.t.o di la spezia, varato il 6 febbraio 1938 e consegnato il 1 luglio 1938. destinato al 5^ gruppo di lero, allo scoppio della guerra fu impiegato prevalentemente in acque maltesi. il 27 novembre 1940, mentre pattugliava la zona assegnata, avvistò molto vicino una formazione composta da tre navi da guerra di grosse dimensioni. portatosi all’attacco, da circa 500 metri lancia una coppia di siluri che però non raggiungono l’obiettivo. riportatosi nuovamente in posizione, lancia una seconda coppia e poi si immerge. dopo 45 secondi viene udita una forte esplosione ma le fonti britanniche non riportano notizia di unità colpite in quella data. a gennaio del 41 il tembien naviga nelle acque di fronte a bardia quando avvista un grande mercantile contro cui lancia ben tre coppie di siluri che però, mancano il bersaglio per corsa irregolare. il 29 giugno avvista a circa 600 metri, un caccia che procede a bassa velocità e contro cui lancia due siluri dai tubi di poppa. ma un secondo caccia lo avvista e tenta di speronarlo ma la rapida manovra italiana elude l’attacco. da fonti inglesi si apprende che la sera del 29 giugno, 100 miglia ad est di tobruk, il cacciatorpediniere australiano “waterhen”, da 1100 t, venne gravemente danneggiato da una bomba d'aereo e quindi abbandonato dal suo equipaggio. il cacciatorpediniere britannico “defender” prese a bordo l'equipaggio mentre tentava il rimorchio. ma mentre si apprestava ad effettuare l'operazione avvistò un sommergibile contro il quale aprì il fuoco e diresse per speronarlo. la causa dell'affondamento del waterhen fu attribuita all'allagamento dei locali caldaie e non si può escludere che tale allagamento, che determinò prima il capovolgimento e poi l'affondamento, possa essere attribuito proprio ad un siluro del tembien. il 31 luglio 1941 il sommergibile salpa da augusta per la sua ultima missione. inviato in agguato a ponente di malta, non si ebbero più notizie. da fonti alleate risulta che alle prime luci dell’alba del 2 agosto, l’incrociatore “hermione” speronò e affondò un sommergibile che lo aveva precedentemente attaccato danneggiandolo. tutto l’equipaggio scomparse con il battello.

uarsciek (fino al 15.3.38 uarscheic)
impostato nei cantieri tosi di taranto il 2 dicembre 1936, fu varato il 19 novembre 1937 e consegnato il 4 dicembre 1937. tra il 38 e il 39 l’unità si trovava dislocata a tobruk ma all’inizio del conflitto venne inviata lungo le coste albanesi-juogoslave dove però non ebbe alcun contatto con il nemico. in una successiva missione lungo le coste dell’egitto, si verificò un’avvelenamento dell’equipaggio da vapori di mercurio per cui il comandante fu costretto a dirigere su bengasi dove vennero tutti ricoverati in ospedale. il 14 giugno 1942 il sommergibile avvista una formazione nemica che naviga nel golfo di philippeville contro cui lancia tre siluri e poi si immerge. non si conosce l’esito dell’attacco ma è certo che poco dopo zona stazionavano due cacciatorpediniere di cui uno fermo ed uno a lento moto. il mese successivo, mentre naviga in superficiem avvista una grande formazione avversaria e attacca con tre siluri una portaerei. costretto all’immersione dai caccia antisom, dopo circa 50 secondi vennero udite due esplosioni e fu accertato che l'intera formazione aveva ridotto la velocità. la sera successiva viene attaccato da un aereo che causa una avaria alle casse nafta costringendo al rientro. l’11 dicembre 1942 l’uarsciek salpa da augusta al comando del tv gaetano arezzo della targia diretto a sud di malta. dopo 4 giorni di navigazione, avvista una squadra nemica composta da un incrociatore e tre caccia. attacca e colpisce una delle navi ma poi è costetto ad immergersi raggiungendo l’incredibile quota di 160 metri. i gravi danni causati dalle bombe di profondità è costretto a rapida emersione ma in superficie lo attende il preciso fuoco dell’artiglieria inglese. muoiono il comandante, il secondo ufficiale e 16 uomini dell’equipaggio. viene ordinato l’autoaffondamento ma per le avarie subite, le valvole di allagamento non si aprono. il caccia “petard” inglese e il “vassilissa olga” greco recuperano i naufraghi e prendono a rimorchio il battello che però poi rompe il cavo di rimorchio e si inabissa.

uebi scebeli
impostato nei cantieri tosi di taranto il 12 gennaio 1937, fu varato il 3 ottobre 1937 e consegnato il 21 dicembre 1937 quindi, dislocato prima a tobruk e quindi a taranto. con l’inizio della guerra l’unità viene inviata in missione di agguato senza contatti con il nemico. la seconda missione fu difensiva nel golfo di taranto e poi ci fu la terza ed ultima. il 27 giugno 1940 l'unità salpò dirretta verso la zona di agguato assegnatale, 35 miglia per nordest da derna. durante la navigazione avvistò, alle ore 06.20 del giorno 29, una formazione di unità leggere che dopo averlo a loro volta avvistato, lo costrinsero all’immersione. ne seguì una durissima caccia che provocò rilevanti vie d'acqua e gravi avarie alle apparecchiature di bordo. il sommergibile fu costretto ad emergere e si trovò attorniato da cinque cacciatorpediniere britannici tra i quali il “dainty”, l'”ilex” e il “defender “, ossia le stesse navi che poco prima avevano attaccato e affondato l'argonauta, che aprirono subito il fuoco. da bordo del sommergibile, ripetutamente colpito da raffiche di mitraglia e da granate di cannone, vennero subito attuate le operazioni per l'autoaffondamento. l'uebi scebeli affondò alle ore 07.00 nelle acque ad ovest di creta. l'equipaggio fu tratto in salvo dai caccia e preso prigioniero.

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scire’
lo scirè è stato il sommergibile cha ha maggiormente operato contro gli alleati, facendo crollare il mito dell’inviolabilità di gibilterra e assentando un durissimo colpo alla flotta inglese ad alessandria.
il sommergibile era stato impostato nei cantieri odero terni orlando del muggiano (la spezia) il 30 gennaio 1937 e varato il 6 gennaio del 1938. nell’occasione madrina del varo fu la signora adelaide moro gasparrini e la nave ricevette la bandiera di combattimento il 19 giugno dello stesso anno, offerta dal fascio femminile di pistoia per mano della signora anita baldi.
il primo comandante fu il capitano di corvetta alessandro michelagnoli che ne passò le consegne al tenente di vascello riccardo lesca il 17 ottobre 1938. terzo comandante fu il tv adriano prini (dal 24 giugno 1940 all’11 settembre 1940) e quindi fu la volta del capitano di corvetta junio valerio borghese al quale il nome dello scirè è indissolubilmente legato.
il battello fino all'inizio del secondo conflitto mondiale opera in crociere addestrative nel mediterraneo. allo scoppio della guerra lo scirè effettua una prima missione a nord dello scoglio de la galite seguita da una seconda missione tra il 4 e il 5 luglio. tra il 10 e l’11 il sommergibile è inviato a nw dell’asinara insieme ai sommergibili argo, iride e diaspro per formare uno sbarramento contro la forza h britannica uscita da gibilterra. alle ore 20,00 il comandante prini avvista un piroscafo privo di segnali di riconoscimento quindi manovra per portarsi all’attacco. dopo 30 minuti, giunto in posizione favorevole, lancia un siluro che colpisce la nave al centro. si tratta del “cheik” francese i cui naufraghi vengono tratti in salvo dall’equipaggio del sommergibile.
questo è il primo ed ultimo successo del sommergibile in “configurazione convenzionale”.
nell'estate del 1940 il battello è modificato presso l'arsenale di la spezia in modo da poter trasportare mezzi d'assalto. a tale scopo viene sbarcato il cannone e vengono installati 3 contenitori stagni per slc. altre modifiche riguardano il sistema di ventilazione delle batterie dei “maiali” e il metodo di allagamento ed esaurimento dei cilindri contenitori. altre migliorie suggerite dal comandante borghese, portano ad una riduzione delle dimensioni della falsa torre e all’adozione di una colorazione verdolina “fuori ordinanza”, tutto per rendere meno visibile l’unità in superficie.
lo scirè era per così dire, un battello “personalizzato”, frutto anche delle esperienze maturate durante la guerra di spagna.
così modificato entra a far parte con l’iride e il gondar, del gruppo di tre battelli trasportatori di mezzi d’assalto della x flottiglia mas della regia marina. in realtà l’iride non aveva i contenitori in coperta, sistema che verrà adottato per primo sul gondar, ma un più macchinoso sistema di fissaggio sulla coperta.
il 24 settembre, al comando del capitano di corvetta junio valerio borghese, salpa dalla spezia per la sua prima missione speciale da compiere a gibilterra. la sera del 29, giunto nello stretto, lo sciré riceve l'ordine da supermarina di sospendere la missione e di rientrare alla base in quanto le unità maggiori della forza "h" di gibilterra hanno lasciato il mediterraneo per operare in atlantico. l'azione viene pertanto ripetuta nell'ottobre del 1940. il mattino del 21, con a bordo gli operatori e tre s.l.c., l'unità salpa dalla spezia dirigendosi nuovamente verso la rocca giungendovi nelle prime ore del giorno 27. nei giorni 27, 28 e 29 lo sciré, per sfuggire alla ricerca sistematica da parte di unità siluranti di superficie britanniche, manovra cautamente nelle acque dello stretto fra punta almina, punta tarifa e punta europa e si porta nella baia di tolmo da dove, navigando a quota periscopica, arriva ad algeciras dove si posa sul fondo a circa 350 metri dalla costa dando inizio alla operazione di fuoriuscita dei mezzi e degli operatori, che si conclude alle ore 02.39.
alle ore 03.01 del 30 comincia ad allontanarsi dalla rada dirigendo per il rientro alla base dove arriva il 3 novembre.
immessa in bacino per un turno di lavori di normale manutenzione, l'unità rientra in attività il 26 gennaio operando nei giorni 3 e 4 febbraio, in una missione di pattugliamento nel golfo di genova. la sera del 15 maggio 1941 lascia la spezia per effettuare la sua terza missione quale vettore di incursori subacquei. la sera del 23 entra nel porto di cadice, dopo aver attraversato nella giornata del 22 lo stretto, andandosi ad affiancare alla motocisterna “fulgor”, internata in quel porto dall'inizio del confitto e funzionante, con la benevole copertura delle autorità spagnole, come nave di appoggio per i sommergibili italiani operanti in atlantico. compiuta nella notte del 24 l'operazione di trasbordo di operatori e mezzi, lo sciré dirige su gibilterra riattraversando sempre in immersione lo stretto nella giornata del 26 e penetrando nella rada di algeciras dove torna a posarsi sul fondo a circa 300 metri dalla costa. alle 23.20 dello stesso giorno inizia la fuoriuscita degli operatori ed alle ore 00.37 può cominciare la navigazione di rientro. nel pomeriggio del giorno 31 l'unità attracca alla spezia.
sempre al comando del capitano di corvetta borghese lo sciré, la sera del 10 settembre 1941, parte dalla spezia per una nuova missione su gibilterra, la quarta condotta dall'unità, dirigendo nuovamente su cadice dove nella notte del 17, imbarca gli operatori dalla motocisterna fulgor. nella notte del 18 ripete l’attraversamento dello stretto giungendo la sera del 19 all'ingresso della baia di algeciras. il punto di fuoriuscita degli operatori è ancora quello della precedente missione. alle ore 01.10 del 20, terminate le operazioni di messa a mare dei mezzi, il sommergibile dirige per la base di partenza dove giunge la notte del 6 settembre 1941. anche l'azione dei mezzi ha esito favorevole culminando con l'affondamento della cisterna “fiona shell”, della motonave “durham” e della cisterna militare “derbydale”, per complessive 30.000t.
la quinta missione di trasporto operatori inizia il 3 dicembre 1941. questa volta l’obiettivo è la base di alessandria. nella notte tra il 18 e il 19 dicembre l'unità si posa sul fondale a soli 750 metri da un campo minato posto a protezione del porto. i tre equipaggi sono composti dal tenente di vascello luigi durand de la penne in coppia con il palombaro bianchi, dal capitano del genio navale antonio marceglia con il palombaro spartaco schergat e, dal capitano delle armi navali vincenzo martellotta con il palombaro mario marino. la storia della loro missione è nota: affondano le navi da battaglia “valiant” e “queen elizabeth” e la cisterna “sagona”, mentre viene gravemente danneggiato il cacciatorpediniere “jervis” azzerando, di fatto, le capacità navali inglesi in quella parte del mediterraneo.
il 27 luglio 1942 junio valerio borghese non è più al comando dello scirè. il suo posto è preso dal capitano di corvetta bruno zelick, che salpa dalla spezia diretto a lero, dove arriva il 2 agosto. imbarca undici incursori e il mattino del 6 agosto lascia la base per la missione di forzamento del porto di haifa. il 10 agosto 1941, dopo essere stato già scoperto dalla ricognizione aerea , alle 10.15 il sommergibile viene avvistato da unità britanniche nel punto di latitudine 33°11' n, longitudine 34°55' e e viene attaccato dalla vedetta antisom “islay” dopo esserestato costretto a venire in superficie dal lancio di bombe. nell'affondamento scompaiono tutti i membri dell'equipaggio, composto da 7 ufficiali, 15 sottufficiali e 27 tra sottocapi e comuni, oltre agli 11 operatori della x flottiglia m.a.s. imbarcati per l'operazione.
lo sciré aveva compiuto 14 missioni di guerra e percorso 15.865 miglia.
allo stendardo del sommergibile venne concessa la medaglia d'oro al valor militare.
 

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... si posa sul fondo a circa 350 metri dalla costa dando inizio alla operazione di fuoriuscita dei mezzi e degli operatori, che si conclude alle ore 02.39.
alle ore 03.01 del 30 comincia ad allontanarsi dalla rada dirigendo per il rientro alla base dove arriva il 3 novembre.

...il punto di fuoriuscita degli operatori è ancora quello della precedente missione. alle ore 01.10 del 20, terminate le operazioni di messa a mare dei mezzi, il sommergibile dirige per la base di partenza dove giunge la notte del 6 settembre 1941.

ma gli operatori da chi venivano recuperati?

come si svolgevano queste missioni e con quali mezzi?
 
ma gli operatori da chi venivano recuperati?

come si svolgevano queste missioni e con quali mezzi?

ne parlai qui:
http://www.cad3d.it/forum1/showpost.php?p=119105&postcount=210

volendo potrei riproporre l'argomento anche perchè a suo tempo ho realizzato sia i disegni degli slc (di cui vi allego i render) sia dello scirè (che invece allego in pdf).
l'slc è stato interamente rilevato al vero mentre per lo scirè, mi sono potuto avvalere di alcuni disegni originali.
furono in entrambi i casi lavori che richiesero molto tempo sia per l'acquisizione delle info che per la loro realizzazione (lo scirè sono 198835 elementi ai quali la trasformazioni in pdf non rende giustizia).
 

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adesso mi è tornato un po tutto alla memoria, ma sarebbe lo stesso interessante approfondire la storia e le azioni della flottiglia mas :smile:

i render sono molto belli, però il pdf è fantastico :finger:
 
adesso mi è tornato un po tutto alla memoria, ma sarebbe lo stesso interessante approfondire la storia e le azioni della flottiglia mas :smile:

i render sono molto belli, però il pdf è fantastico :finger:

possiamo benissimo parlarne anche se tempo fa in sopra e sotto, feci una "carrellata" di tutti i mezzi sperimentali e non della xa (di cui ho delle foto originali).

il 600 rende molto meno in pdf. si perdono tutti i dettagli (che sono realizzati con 198835 elementi di disegno)
 

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riprendiamo la storia

classe brin (brin, galvani, archimede, torricelli, guglielmotti)

i brin, lunghi 72.47 m e larghi 6,8 differivano leggermente dall’archimede e dal torricelli, questi infatti erano lunghi 76,22 e larghi 6,22 e presentavano uno scafo con forme più affinate che, nonostante un lieve aumento del dislocamento, permisero di ottenere un sensibile aumento di velocità con la stessa potenza motrice. infatti mentre brin, guglielmotti e galvani dislocavano 1017 t in emersione e 1266 in immersione, per archimede e torricelli i dislocamenti erano di 1110 e 1403t. l’apparato motore era costituito da due eliche, due disel da 3400 cv per una velocità massima di 17,4 nodi e una autonomia di 9753 miglia (che salivano a 11504 per i due differenti), e due motori elettrici da 1300 cv, 8,6 nodi e 90 miglia in immersione. l’armamento fu potenziato con l’installazione di 4 mitragliere, anziché due, da 13.2mm. l'unico cannone fu sistemato nella parte poppiera della torretta su una piattaforma girevole formante apparentemente un tutto unico con la falsa torre. in dipendenza soprattutto di tale sistemazione ma anche per la differente forma della prora (cosidetta "a squalo") e delle sovrastrutture, la sagoma di queste unità si differenziò sensibilmente da quella degli "archimede" e degli altri sommergibili in servizio. completavano l’armamento 4 tt.ll.ss a prora,e 4 tt.ll.ss. a poppa. l’equipaggio era di 7 ufficiali, 47 sottufficiali e marinai. la profondità di collaudo era di 100 mt. le ultime due unità della classe, date le circostanze in cui avvenne la cessione alla spagna di archimede e torricelli, risultarono costruite con « pezzi di rispetto » delle unità della classe "brin" e presero gli stessi nomi delle unità cedute ma non radiate. le esperienze maturate durante l'impiego in oceano di questi sommergibili, mise in evidenza alcuni difetti. un rollio troppo “molle” e una cattiva tenuta al mare in caso di onde provenienti dai settori poppieri. durante i lavori di modifica della torretta consistenti nella trasformazione “alla tedesca”, che durante il conflitto fu effettuata su quasi tutti i sommergibili di costruzione prebellica, a queste unità fu cambiata anche la sistemazione del cannone che venne portato in coperta a proravia della torretta. nonostante tale importante modifica e nonostante il taglio di una parte dell'avviamento poppiero eccessivamente affinato, i "brin" continuarono a dimostrare poca attitudine a tenere il mare nei quartieri poppieri e ad essere soggetti ad incappellate dalla poppa, particolarmente dannose per i quadri elettrici dei motori principali ubicati in camera manovra. nel 1938 le unità furono riunite nella 44^ squadriglia alle dipendenze del gruppo sommergibili di taranto, alla quale furono temporaneamente aggregati anche ferraris e galilei. poi nel 1939 la squadriglia, nel quadro del riordinamento generale, divenne la 41^. brin e galvani furono dislocati alle dipendenze della flottiglia sommergibili in a.o.i. e il il brin, fra giugno e luglio 1939, effettuò una crociera in oceano indiano durante la quale, grazie alla stagione dei monsoni, vennero raccolti importanti elementi circa l'impiego delle armi con mare grosso. il guglielmotti nello stesso periodo, partì insieme ad altre unità di classi diverse, per una crociera in atlanticoil cui scopo era di sperimentare varie forme di trasferimento di unità di grande crociera in oceano. questa esercitazione fu molto intensa e ripetuta numerose volte, permettendo di individuare le migliori condizioni d'impiego di tale tipo di battello. allo scoppio del secondo conflitto mondiale tutte le unità della classe, ad eccezione del brin, che era rientrato in italia per lavori, erano dislocate in mar rosso.

brin
impostato il 3 dicembre 1936 nei cantieri tosi di taranto, fu varato il 3 aprile del 1938 e consegnato alla regia marina il 30 giugno 1938. all’inizio del conflitto il brin era al comando del tv luigi longanesi cattani i cui ordini prevedevano il pattugliamento offensivo tra pantelleria e la costa della tunisia. il rientro alla base avvenne il 15 giugno senza aver preso contatto con il nemico. il tempo di rifornirso e il 18 riprendeva il mare quando venne attaccato con un siluro da un battello avversario. la pronta manovra riusvì ad evitare l’impatto dell’arma. dal 21 al 26 rimase in pattuglia nelle acque cretesi poi dal 9 all’11 luglio andò a costituire uno sbarramento di sommergibili e durante il quale, fu attaccato da un aereo respinto con le armi contraeree. dopo altre quattro missioni mediterranee in cui non c’è nulla da registrare, il 28 ottobre l’unità salpa da messina diretta a bordeaux. durante il trasferimento, il 4 novembre, compie l’attraversamento in immersione dello stretto di gibilterra ma quando emerge in acque spagnole, viene attaccato da due caccia inglesi che non potendo usare le armi perché in acque neutrali, tentano lo speronamento. il brin riesce però ad evitarli e si rifugia nel porto di tangeri dove si ferma ad eseguire riparazioni alle batterie fino alla notte del 12 dicembre quando, insieme al “bianchi”, lascia il porto e riprende la navigazione verso bordeaux. ma la navigazione verso betasom non era ancora terminata. all’imboccatura della gironda infatti, ebbe un violento scontro a fuoco con il sommergibile britannico “tuna” che culminò con il lancio du sei siluri inglesi e due italiani senza conseguenze per le dua unità. finalmente, a mezzogiorno del 18 il brin si ormeggiò nella base francese cominciando di fatto, l’attività atlantica. da segnalare è l’azione del 13 giugno 1941 durante la quale il brin, in navigazione al largo delle azzorre, attaccò in superficie un convoglio. in circa un quarto d'ora affondò con il siluro il piroscafo britannico “djukjura” di 3460 t ed il piroscafo greco “kyriakides”, di 3781 t e probabilmente danneggiò altri due piroscafi, per complessive 3400 t, tutti facenti parte del convoglio "sl 76" in navigazione dalla sierra leone in gran bretagna. il 20 agosto partiva per rientrare in mediterraneo e il 1 settembre giungeva a messina. l’8 settembre, mentre si trovava in mare, ricevette l’ordine di dirigere a bona e consegnarsi agli alleati che lo inviarono a malta. ad ottobre venne inviato a taranto per essere sottoposto a lavori, poi nel maggio del 1944 fu trasferito a colombo (ceylon) dove svolse intensa attività addestrativa per le unità antisom britanniche. rientrò a taranto nel dicembre 1945 ed il 1° febbraio 1948 venne radiato e successivamente demolito.
 

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galvani (motto: virtute duce comite fortuna - sia guida il valore, compagna la fortuna)
venne impostato nei cantieri tosi il 3 dicembre 1936, varato il 22 maggio 1938 e consegnato il 29 luglio 1938. il 10 giugno, data dell’inizio delle ostilità, salpò da massaua il 10 giugno, diretto nella zona di agguato assegnatagli all'imboccatura del golfo di oman dove giunse la sera del 23. ma nel frattempo i britannici avevano catturato il sommergibile galilei e con esso, gli ordini di operazione ni quali, era indicata la data di arrivo e la zona in cui il galvani doveva operare. così vennero inviati in quella zona il cacciatorpediniere “kimberly” e la corvetta “falmouth”che alle 23.08, avvistò il sommergibile ad una distanza di appena 550 metri ed immediatamente aprì il fuoco, colpendolo a poppa. grazie al sacrificio del secondo capo silurista pietro venuti che, per evitare l'allagamento totale del battello, si chiuse nel locale squarciato bloccando su di sé la porta stagna, il sommergibile si immerse venendo sottoposto ad un violento lancio di bombe che danneggiarono irrimediabilmente il battello. il galvani quindi emerse tentando un'ultima difesa con le armi di bordo. ma non fu possibile poiché la manovra di emersione riuscì solo parzialmente. dopo pochi minuti il galvani affondò definitivamente, trascinando con se 26 uomini dell'equipaggio. i superstiti furono 31 , tra i quali anche il comandante spano, e furono recuperati dalla corvetta britannica.

guglielmotti (motto: nella difesa degli oppressi e nella punizione degli scellerati)
impostato il 3 dicembre 1936 nei cantieri tosi di taranto, fu varato l’11 settembre del 1938 e consegnato alla regia marina il 12 ottobre 1938. all’inizio del conflitto il guglielmotti si trovava a massaua e fu protagonista del recupero dell’quipagio del macallè che il giorno 15 si era incagliato sull'isolotto di bon musa chebir ed era stato poi autoaffondato dall'equipaggio. il 22 giugno recuperò 21 uomini, tutti in condizioni fisiche molto gravi ed intossicati dal cloruro di metile fuoriuscito dall'impianto di condizionamento, e rientrò a massaua. nelle numerose missioni compiute in mar rosso affondò col siluro la petroliera greca alias di 4008 t poi in previsione della caduta di massaua, fu dislocato a bordeaux dove arrivò il 6 maggio 1941.dopo un lungo periodo di lavori, il 22 settembre salpò dalla base e il 30 attraversò lo stretto di gibilterra, in superficie, arrivando il 16 ottobre a messina. trasferito a taranto e sottoposto a radicali lavori, il 15 marzo 1942, salpò per cagliari, sua nuova sede operativa. il mattino del 17, alle ore 06.00, a circa 15 miglia a sud cli capo spartivento calabro, venne silurato ed affondato dal sommergibile britannico “unbeaten”. non vi furono superstiti. nell'affondamento perirono 7 ufficiali, 16 sottufficiali e 38 sottocapi e comuni.

archimede (motto: famam servare memento - ricorda di mantenere la tua fama)
impostato il 23 dicembre 1937 nei cantieri tosi di taranto, fu varato il 5 marzo del 1939 e consegnato alla regia marina il 18 aprile 1939. il 19 giugno 1940 partì da massaua per portarsi in agguato al largo della somalia francese ma già il giorno successivo alcuni membri dell'equipaggio manifestarono sintomi di avvelenamento da cloruro di metile proveniente dall'impianto di condizionamento. nella notte del 24 morirono quattro marinai ed il comandante decise di rientrare alla base. visto il progressivo peggioramento delle condizioni degli uomini, l'unità diresse su assab, dove arrivò il mattino del 26. furono subito sbarcati 24 uomini in condizioni gravi compreso il comandante ed il direttore di macchina ma due marinai morirono subito dopo. il 13 luglio, al comando del capitano di corvetta livio piomarta, l'archimede rientrò a massaua dove venne rimesso in efficienza per ii 31 di agosto. effettuò altre missioni senza tuttavia venire in contatto con forze nemiche. poi il 3 marzo 1941 il battello partì da massaua alla volta di bordeaux dove arrivò il 7 maggio 1941 e da dove ebbe inizio un'attività in atlantico particolarmente intensa.
il 23 maggio 1942 mentre navigava al largo delle coste brasiliane, il comandante tv gianfranco gazzana priaroggia avvistò il cacciatorpediniere "moffett", seguito da una unità da guerra di grandi dimensioni che fu ritenuto un incrociatore del tipo "pensacola". l'archimede lanciò due siluri e si disimpegnò in quota. trascorso il tempo previsto, vennero udite le esplosioni delle armi anche se non vi è traccia dell'azione nella documentazione britannica. durante la stessa missione il battello attaccò, il 15 giugno 1942, il piroscafo da carico cardina, di 5.586 t e lo affondò con il siluro. il 9 ottobre 1942, sostituito il comandante, sulla congiungente freetown-capo san rocco l'archimede intercettò il piroscafo passeggeri "oronsay", di 20.043 tsl, che fu affondato con quattro siluri. il giorno successivo il sommergibile colpì il piroscafo passeggeri greco "nea hellas", di 16.991 tsl. il 26 febbraio 1943 partì per la sua ultima missione. mentre alle prime ore del 15 aprile stava navigando in superficie al largo dell'isola fernando de noronha, fu avvistato da un aereo statunitense,. il sommergibile non riuscì ad immergersi, probabilmente per qualche avaria ad impianti vitali. l'aereo chiamò altri clue velivoli che attaccarono il sommergibile con numerose bombe. l'archimede si difese strenuamente e riuscì a danneggiare un aereo attaccante. tuttavia anche il battello fu colpito gravemente e alla sera, spezzatosi in due, affondò con gran parte dell'equipaggio. i superstiti salirono su tre battellini di gomma gettati in mare dagli aerei attaccanti. dopo 27 giorni dal naufragio, rimaneva in vita solamente il sottocapo lo cocco che fu salvato, ormai in fin di vita, da pescatori brasiliani.
 
torricelli (motto: in silentio et spe - nel silenzio e nella speranza)
venne impostato nei cantieri tosi il 23 dicembre 1937, varato il 26 marzo 1939 e consegnato il 7 maggio 1939. l'attività operativa in guerra di questa unità fu breve, ma gloriosa. il 14 giugno 1940 il ferraris, come vedremo, rientrava a massaua avendo dovuto interrompere la missione nella zona di agguato davanti gibuti, per avaria alle batterie di accumulatori. in sua sostituzione partiva subito il torricelli del cc pelosi. dopo una sosta ad assab nei giorni 16 e 17 per riparare alcune avarie e, dopo aver superato lo stretto di bab el mandeb, il torricelli raggiunse all'alba del 19 la zona assegnata e mantenne l'agguato nonostante le difficoltà nautiche, la violenza del mare e le precarie condizioni ambientali del battello nel cui interno si dovevano sopportare temperature intorno ai 45° con umidità del 100%. la sera dello stesso 19 il sommergibile ricevette però da massaua l'ordine di spostarsi per la sera del 21, di rimanere fino al 24 luglio nella nuova zona e, in caso di necessità, di spostarsi verso sud est. la nuova zona assegnata era praticamente costituita da un triangolo di circa 12 miglia di lato la cui base era rappresentata dalla costa somala con scogli e bassi fondali e, il vertice dall'arab shoal, un bassofondo dell'estensione di qualche miglio con fondali minimi di circa 4 metri. ritenendo potesse esservi qualche errore nella compilazione del radiomessaggio il comandante pelosi ne richiese conferma. il torricelli, avuta conferma, raggiunse la nuova zona il 21 ma lo stesso giorno fu sottoposto a intensa caccia da parte di cacciatorpediniere nemici che operavano con bombe e probabilmente con torpedini da rimorchio. e' presumibile che il comando di aden fosse stato messo in allarme dallo scambio di radiotelegrammi di due giorni prima, e non è da escludere che li abbia anche decifrati se era in possesso - cosa che abbiamo detto non potersi escludere - dei cifrari del galilei. le bombe provocarono agli impianti ed ai macchinari di bordo danni di tale entità da rendere impossibile la ulteriore permanenza del sommergibile in zona d'agguato: il comandante decise pertanto di rientrare a massaua. la navigazione presentava difficoltà nautiche notevoli tuttavia alle prime ore del mattino del 23 il torricelli attraversava diretto verso il mar rosso lo stretto di bab el mandeb.
alle 4,30, avvistata a breve distanza una silurante avversaria, il sommergibile prese la rapida immersione evitando di subire danni dal susseguente attacco con lancio di bombe. l'azione non durò a lungo e quando l'ascolto idrofonico rivelò che l'unità nemica si stava allontanando verso perim, pelosi studiò la situazione.
- l'ora avanzata e la corrente contraria impedivano di allontanarsi in immersione dalla zona prima dell'alba;
- per posarsi sul fondo sarebbe occorso navigare piuttosto a lungo prima di trovare fondali adatti e navigare per giunta a forte andatura a causa della corrente, col rischio di farsi sentire dal nemico;
- sarebbe poi stata necessaria un'immersione di durata non tollerabile dall'equipaggio le cui condizioni fisiche erano menomate in seguito ad avaria dell'impianto di condizionamento d'aria;
- durante il giorno la posizione del sommergibile sarebbe stata perfettamente individuata a causa delle perdite di nafta;
- l'entità dell'offesa subita, e le informazioni avute prima della partenza da massaua, autorizzavano a ritenere quasi certo che l'unità attaccante fosse una cannoniera con velocità di 13 nodi, mentre il torricelli era in condizioni di raggiungere i 18 nodi.
fatte queste considerazioni il comandante pelosi ritenne opportuno venire a galla per allontanarsi dalla zona alla massima forza in superficie cercando di raggiungere la protezione delle batterie di assab. un'esplorazione col periscopio, favorita dalla luna piena e dai primi chiarori dell'alba, consentì di scorgere di poppa una cannoniera, molto lontana, che con rotta opposta dirigeva verso perim. il sommergibile emerse, si preparò a combattere in superficie con tutti i mezzi e mise i motori alla massima forza: 17 nodi e mezzo.
dopo circa cinque minuti la cannoniera invertì la rotta dirigendo verso il sommergibile seguita poco dopo da una seconda cannoniera e, dopo qualche altro minuto, da tre cacciatorpediniere. si trattava dei ct "kandahar", "kingston", "karthum" da poco giunti dall'atlantico e particolarmente attrezzati per la caccia ai sommergibili, e delle cannoniere "indo" e "shoreham". sono circa le 5,30 del 23 giugno 1940. le cinque unità britanniche coprono tutto l'orizzonte, sono armate complessivamente con 22 cannoni da 120 o da 100 mm e con un centinaio di mitragliere di vario calibro, ma pelosi decide d'ingaggiare egualmente il combattimento in superficie benchè il sommergibile non disponga che di un solo cannone da 100 e di quattro mitragliere da 13.2mm. alle 5,30 il sommergibile apri il fuoco col cannone alla distanza di 5.000 metri. il nemico rispose quasi immediatamente, ed ebbe cosi inizio l'impari combattimento durato circa 40 minuti, fra 3 ct classe karthum. il secondo colpo del torricelli colpi la cannoniera shoreham che nel pomeriggio dovette rientrare ad aden per riparazioni. il sommergibile manovrò per ostacolare l'aggiustamento del tiro, continuando nel frattempo a sparare con il suo unico cannone, che inceppatosi varie volte, fu prontamente rimesso in efficienza dai serventi. le cannoniere dopo la prima fase del combattimento cominciarono a scadere e una di esse accostò in fuori allontanandosi mentre i tre ct si avvicinavano con circospezione cercando di allargare il « beta » per circondare il sommergibile. appena nel cerchio di lancio il comandante lancio in tempi successivi i quattro siluri di poppa che furono evitati dal nemico con accostate perchè le scie erano visibilissime nella calma del mare. ma le accostate contribuirono a scombinare il tiro dell'avversario mentre il sommergibile si spostava lasciando una larga scia di nafta uscente dalle casse esterne. a distanza ravvicinata i ct iniziarono il tiro anche con le mitragliere di maggior calibro i cui colpi falciarono lo scafo e le sovrastrutture. appena a distanza anche il sommergibile iniziò il tiro con le mitragliere dirigendo il tiro sulle plance dei ct. alle 6,05 il sommergibile ricevette un colpo nella cassa assetto prodiera. il proiettile, scoppiando, provocò l'entrata di acqua nella camera di lancio senza però sfondare la paratia. i timoni di prora furono parzialmente asportati dal tiro delle mitragliere nemiche. contemporaneamente il comandante pelosi rimase ferito al malleolo destro da una scheggia. a quel punto per il sommergibile non c’è più speranza. pelosi, ritenendo salvo l'onore del torricelli e della sua bandiera, decise di affondare il sommergibile salvandone l'equipaggio. ordinò quindi l'apertura delle valvole, e non appena avuta assicurazione dell'ufficiale in 2ª dell'esecuzione dell'ordine, diede ordine di abbandonare la nave. l'equipaggio si rifiutò di scendere in mare senza il suo comandante ma pelosi ripetè l'ordine, facendo presente che non vi è tempo da perdere». il comandante pelosi, mentre il sommergibile affondava, fu trascinato in mare dall'equipaggio e tenuto a galla poichè era impossibilitato a muoversi e nuotare a causa della ferita e dello stordimento provocato dalle granate. il sommergibile scomparve lentamente con la bandiera a riva, salutato spontaneamente alla voce dell'equipaggio. il gruppo dei naufraghi in cui si trovava il comandante fu raccolto dopo circa 10 minuti dal ct kandahar; mentre il secondo gruppo, in cui era l'ufficiale in 2ª, fu raccolto dal ct kingston. il karthum, arrivato all'imboccatura del porticciolo di perim, affondò per esplosione del deposito di munizioni di poppa per incendio provocato dai colpi italiani. il comandante pelosi fu ricevuto con tutti gli onori militari.
alla fine della guerra, al suo ritorno in patria, il comandante pelosi fu decorato con medaglia d'oro al valor militare.
 
classe foca (foca, zoea, atropo)

sommergibili posamine, rappresentarono l'ultimo sviluppo di sommergibili posamine-siluranti della marina italiana. abbandonata l'idea di riprodurre il tipo "micca" per il suo alto costo e in considerazione delle non soddisfacenti prestazioni fornite dai " bragadin", la classe "foca" avrebbe dovuto rappresentare il nuovo indirizzo per questo tipo di unità. progetto dell'ing. cavallini, questi sommergibili erano a doppio scafo parziale con camera mine centrale per 20 armi, e relativi doppi fondi compensatori interni resistenti fino a 100 metri. fra i due scafi erano ricavati i doppi fondi di manovra ed i depositi del combustibile. a poppa, nello spazio a libera circolazione, erano sistemati altri due tubi lanciamine capaci di 8 mine ciascuno.
rispetto al micca i foca potevano trasportare in totale 36 mine anziché 20, avevano lo stesso numero di tubi lanciasiluri ma un cannone in meno. considerando che il dislocamento dei foca era sensibilmente inferiore, si può affermare che le soluzioni adottate rappresentarono un deciso passo in avanti nella progettazione di tale tipo di unità. la sistemazione del cannone su piattaforma girevole in torretta non risultò, come nei tipi "brin", una soluzione felice: pertanto, durante il conflitto, si provvide alla sua sistemazione in coperta a proravia della torretta per i battelli atropo e zoea. lunghezza: 82,85 m, larghezza: 7,17, immersione: 5,32 m. dislocamento in superficie: 1333 t. e in immersione: 1659 t. l'apparato motore in superficie era di 2 eliche, 2 motori diesel da 2880 cv (2900 zoea e atropo) per una velocità max. in emersione di 15,0 nodi e un'autonomia di 9880 miglia marine a 8,0 nodi (con sovraccarico)
apparato motore in immersione era 2 motori elettrici da 832 cv per una velocità di 7,8 nodi e un'autonomia di 84,5 miglia marine alla velocita di 4 nodi. equipaggio di 7 ufficiali, 53 sottufficiali e marinai
profondità di collaudo 100 mt. l'armamento era costituito da 4 tt.ll.ss a prora, 2 tt.ll.ss a poppa, 2 tubi lanciamine, 1 cannone da 100/47mm, 2 mitragliere da 13,2mm. le unità vennero aggregate alla 45^ squadriglia del gruppo di taranto della quale facevano parte tutti i posamine già in servizio. con la costituzione del comando squadra sommergibili, nell'estate 1939, la squadriglia divenne la 48^; micca e foca passarono poi alla 15^ (poi 16^) squadriglia dipendente dal primo gruppo sommergibili di la spezia. nel giugno-luglio 1939 l'atropo compì una crociera in atlantico con lo scopo principale di sperimentare alcune forme di navigazione per i trasferimenti di unità subacquee in oceano. all'infuori di questa crociera le unità della classe, nel periodo prebellico, si impegnarono soltanto in una intensa attività addestrativa ed esercitazioni di posa di sbarramenti inattivi.

foca
impostato nel cantiere tosi di taranto il 15 gennaio 1936, fu varato il 27 giugno 1937 entrando in servizio il 6 novembre 1937. scoppiato il secondo conflitto mondiale, l'unità partì il 27 agosto 1940 da taranto per una missione di trasporto materiali a lero rientrando a taranto il 15 settembre. il giorno 8 ottobre salpò per posare uno sbarramento di mine dinanzi al porto di haifa. dopo la partenza non diede più notizie. informazioni ufficiali da parte britannica, avanzano l'ipotesi che l'unità sia affondata, presumibilmente tra il giorno 12 ed il 15 ottobre, urtando contro le mine dello sbarramento difensivo posto al largo della costa palestinese. l'affondamento causò la perdita dei 60 uomini dell'equipaggio.

zoea
impostato nel cantiere tosi di taranto il 3 febbraio 1936, fu varato il 5 dicembre 1937 entrando in servizio il 12 febbraio 1938. lo zoea effettuò la sua prima missione di guerra trasportando 49 t di munizionamento a tobruk, partendo da napoli il 18 giugno e rientrando a taranto il 24 successivo. il 29 giugno salpò da taranto per posare uno sbarramento di mine lungo la costa egiziana, circa 100 miglia a ponente di alessandria. durante l'operazione di posa, due armi esplosero in mare per difettoso funzionamento senza provocare danni all'unità. l'operazione venne sospesa e l'unità fu inviata in missione di agguato 35 miglia a sud di creta dove subì un attacco aereo con lancio di bombe il cui scoppio provocò leggere avarie allo scafo. partita da taranto il 10 ottobre 1940, l'unità, portatasi nelle acque palestinesi, effettuò, nella notte del 14, la posa di venti mine nel tratto di mare a 10 miglia dal faro di giaffa; il giorno 22 rientrò alla base. in seguito compì numerose missioni di trasporto di materiale bellico a lero e a tobruk. il 24 giugno 1942 l'unità salpò da taranto per derna con 57 t ,di benzina e viveri. durante la navigazione di rientro subì l'attacco di un bristol "blenheim" ma la precisa reazione di fuoco danneggiò l'attaccante che si allontanò visibilmente colpito. all'armistizio, in ottemperanza agli ordini ricevuti, l'unita, al comando del tenente di vascello raggiunse augusta consegnandosi alle autorità britanniche che la inviarono a malta. nell'ottobre raggiunse haifa ed entrò a far parte di grupsom levante dove fu impiegata per addestramento delle corvette britanniche nella zona di alessandria e per 7 missioni di trasporto di rifornimenti nelle isole dell'egeo, dove ancora si combatteva. nell'autunno 1944 rientrò a taranto per un periodo di grandi lavori, che si protrassero oltre il termine del conflitto. fu radiato il 1° febbraio 1948 e demolito.

atropo (motto: inesorabilmente)
impostato nel cantiere tosi di taranto il 10 luglio 1937, fu varato il 20 novembre 1938 entrando in servizio il 14 febbraio 1939. il battello iniziò la sua attivita effettuando, dal 22 al 26 giugno 1940, una missione di trasporto materiali a lero. durante la navigazione di rientro a taranto avvistò, a levante dell'isola amorgos, un sommergibile avversario contro il quale lanciò due siluri senza esito. il 29 ottobre effettuò la posa di uno sbarramento nelle acque comprese tra l'isola e le coste della morea. dopo aver effettuato la posa di 16 armi, l'atropo fu costretto a sospendere l'operazione per l'esplosione anticipata di due torpedini. il 9 maggio 1941 lasciò taranto per derna con un carico di 78 t di munizionamento. rientrato alla base nel pomeriggio del 15, ripartì nuovamente per derna con un secondo carico. il 17 ottobre trasportò un carico di 60 t di carburante in lattine a bardia. il mattino del 19 subì un attacco da parte di un aereo tipo bristol "blenheim" con lancio di bombe e mitragliamento ma la pronta reazione del sommergibile lo costrinse ad allontanarsi colpito più volte mentre l'atropo si disimpegnava in immersione. l'8 settembre 1943 ottemperò all'ordine di trasferirsi a malta e nell'ottobre venne dislocato ad haifa dove effettuò alcune missioni di trasporto di materiali nelle isole dell'egeo ed esercitazioni antisom con corvette britanniche. nel maggio 1944 rientrò a taranto per lavori e nell'ottobre raggiunse le bermude e poi guantanamo, dove fu impegnato in una intensissima attività addestrativa antisom per le forze aeronavali statunitensi. rientrato in italia alla fine del 1945, fu posto in disarmo a taranto e radiato il 1° febbraio 1948. in ottemperanza al trattato di pace, l’atropo sarebbe dovuto essere consegnato alla gran bretagna in conto riparazioni danni di guerra ma gli inglesi vi rinunciarono e quindi venne demolito.
 

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classe marcello (dandolo, veniero, provana, mocenigo, nani, barbarigo, emo, morosini, comandante cappellini, comandante faa' di bruno)

questa classe fu una riproduzione in serie della classe "glauco". le differenze principali, oltre ad un lieve potenziamento dell'armamento di mitragliere e ad una differente sagoma della torretta, erano nei motori crda che, dettero migliori prestazioni dei fiat della stessa potenza. tutte le unità della classe, nel corso del secondo conflitto mondiale, eseguirono modifiche della torretta con la tendenza di diminuirne il volume ed abbassare le camicie dei periscopi allo scopo di rendere la sovrastruttura dello scafo meno visibile e di ridurre i tempi di immersione. le prestazioni di questi battelli furono veramente ottime e confermarono le aspettative che la buona riuscita della classe glauco aveva lasciato sperare. nella guerra ai convogli in oceano furono certamente i battelli italiani che meglio risposero alle esigenze di quel tipo d'impiego, pur non arrivando ad eguagliare i tipi " vii " tedeschi. con accorgimenti di vario genere la dotazione di combustibile venne aumentata senza compromettere la stabilità e le qualità nautiche. lunghezza: 73.00 m; larghezza: 7,20; immersione: 5,09 m. dislocamento in superficie: 1059 t, in immersione: 1312 t.
apparato motore di superficie; 2 eliche, 2 motore diesel da 3000 cv per una velocità massima in emersione di 17.0 nodi e una autonomia di 9760 miglia marine a 8 nodi. apparato motore in immersione; 2 motori elettrici da 1100 cv per una velocità massima di 8,00 nodie una autonomia in immersione di 110 miglia marine alla velocita di 3 nodi. armamento; 4 tt.ll.ss a prora, 4 tt.ll.ss. a poppa, 2 cannoni da 100/47mm, 2 mitragliere da 13,2. equipaggio costituito da 7 ufficiali, e 50 tra sottufficiali e marinai. dal marzo al maggio 1943 il cappellini ed il barbarigo eseguirono importanti lavori di adattamento per essere adibiti a trasporto di materiali pregiati per e da l'estremo oriente. le undici unità furono poste alle dipendenze del secondo gruppo sommergibili (napoli) ripartite nella 21^ e 22^ squadriglia alle quali, nel 1939, si aggiunse la 23^ formata con le unità di più recente costruzione. a seguito del rapido aggravarsi della situazione mondiale e dell'avvenuto inizio delle ostilità in europa, queste unità non effettuarono crociere addestrative ma piuttosto un intenso ciclo di esercitazioni. nel 1941 tutti i battelli dotati di motori fiat vennero riuniti nella 12^ squadriglia di la spezia mentre alle tre squadriglie di napoli cominciarono ad affluire, in sostituzione, i sommergibili classe marconi man mano che vennero consegnati alla r. marina. alla dichiarazione di guerra da parte dell'italia, la classe marcello costituiva il gruppo più omogeneo ed efficiente di unita subacquee atte all'impiego incondizionato. in un primo tempo questi sommergibili furono impiegati in mediterraneo per agguati in zone delimitate nelle acque dei maggiori porti del nemico e lungo le principali vie di comunicazione degli avversari.

marcello (motto: nulla vita sine victoria - la vita e' nulla senza vittoria)
impostazione presso il cantiere crda di monfalcone il 4 gennaio 1937; varato il 20 novembre 1937 e consegnato il 5 marzo 1938. in previsione dell'imminente entrata in guerra, il 5 giugno 1940 l'unitàprese il mare per portarsi in agguato offensivo nel tratto di mare prospiciente capo palos ma fu costretta al rientro per una perdita di cloruro di metile dall'impianto di condizionamento che aveva intossicato gran parte dell'equipaggio. poi dopo le riparazioni l'unità riprese il mare e fino all'ottobre 1940, effettuò tre missioni offensive in mediterraneo senza conseguire risultati di rilievo. il 31 ottobre 1940 il marcello salpò da napoli e il 5 novembre attraversò lo stretto di gibilterra senza inconvenienti. raggiunse quindi la zona assegnata al largo dell'irlanda dove il 17 gennaio 1941 avvistò un convoglio portandosi all'attacco ma fu individuato dalla scorta avversaria e sottoposto ad un intenso bombardamento che provocò una lesione alla cassa di assetto av. costretto ad interrompere la missione, nella navigazione di rientro attaccò con il cannone ed affondò il piroscafo belga “portugal” da 1.550. durante l'azione però un'ondata di eccezionale violenza trascinò in mare quattro inservienti del cannone, tre dei quali vennero tratti in salvo. rientrato a bordeaux, il marcello salpò il 6 febbraio 1941 per una nuova missione ma non diede più notizie. probabilmente l'unita fu affondata, in una data compresa tra il 7 febbraio ed il 6 aprile 1941, dal cacciatorpediniere britannico “montgomery” oppure, da un aereo tipo sunderland della raf. non vi furono superstiti fra i 55 uomini d'equipaggio.

dandolo
impostazione presso il cantiere crda di monfalcone il 14 giugno 1937; varato il 20 novembre 1937 e consegnato il 25 marzo 1938. l'unità cominciò la sua attività in guerra con una missione di agguato nelle acque di capo palos dove, il 13 giugno 1940, avvistò una formazione francese composta da tre incrociatori scortati da numerosi cacciatorpediniere. si portò all'attacco e lanciò due siluri contro l'incrociatore “jean de vienne”, che però riuscì ad evitarli. dopo altre missioni venne destinato nella base atlantica betasom di bordeaux. il 16 agosto 1940 attraversò lo stretto di gibilterra senza incidenti e, portatosi al largo delle azzorre, il giorno seguente attaccò con siluro il piroscafo da carico britannico “ilvington court” di 5.187 tsl, che affondò, mentre il 21 colpì con il cannone la cisterna “hermes”, da 3.678 tonnellate, danneggiandola. il 31 gennaio 1941 attaccò con due siluri la petroliera britannica “pizarro” di 1.367 tsl, che affondò rapidamente. nell'estate del 1941 l'unità rientrò in mediterraneo, attraversò lo stretto di gibilterra il 2 luglio navigando in superficie, ed arrivò a napoli il giorno 7. nel settembre compì una missione di agguato nella zona di mare compresa fra capo palos e capo casine; rientrò a napoli dopo cinque giorni senza aver conseguito contatti con unità nemiche. nei primi giorni di novembre l'unita fu inviata in crociera offensiva lungo le coste dell'algeria e del marocco, con agguati prolungati nelle zone di algeri, capo ferrat e melilla. il 4 attaccò, col cannone e con i siluri, la petroliera francese “tarn” (4220 tsl) che nonostante fosse gravemente danneggiata, poté arrivare in algeria. l'8 novembre 1941 si portò nelle vicinanze del porto di melilla dove, affondò con un siluro il piroscafo spagnolo “castillo de oropesa” da 6.600 tsl. proseguita la sua missione lungo le coste marocchine sino a tutto il giorno 3, il dandolo diresse quindi per il rientro.
nel mese di dicembre effettuò una missione di trasporto materiali bellici a bardia. il 21 luglio 1942 il sommergibile avvistò la portaerei britannica “eagle” fortemente scortata. serrate le distanze si portò all'attacco e riuscì a lanciare una salva di quattro siluri disimpegnandosi in immersione. sottoposto a violenta caccia, il battello fu costretto ad interrompere la missione e a rientrare alla base in seguito alle avarie riportate. il 27 novembre 1942, il dandolo penetrò nella rada di philippeville e lanciò due siluri contro due corvette in perlustrazione mancando però il bersaglio. il mattino del 1° gennaio 1943, a nord di bougie, lanciò quattro siluri contro un piroscafo, con esito non accertato. il 25 aprile 1943 mentre navigava in superficie a nord di capo fer, fu fatto segno del lancio di tre siluri da parte di un sommergibile avversario che furono evitati. il 16 luglio 1943, mentre si trovava in missione di pattugliamento al largo di siracusa, avvistò una formazione navale composta da due incrociatori e quattro cacciatorpediniere. si portò all'attacco e lanciò una salva di quattro siluri contro la seconda unità della fila l'incrociatore britannico “cleopatra” danneggiandolo gravemente. il giorno successivo il sommergibile fu attaccato da un aereo, con lancio di bombe il cui scoppio causò diversi danni (due di esse si incastrarono nelle contro-carene senza esplodere). l'aereo fu ripetutamente colpito dalla pronta reazione di fuoco e fu visto allontanarsi visibilmente in difficoltà. l'armistizio colse l'unità a taranto, dove stava effettuando un turno di lavori, al termine dei quali, nel febbraio 1944, fu inviata nelle bermude, dove fu impegnata in una intensissima attività addestrativa antisom. nel 1945 fu dislocata a new london e poi a guantanamo. rientrò in italia nel dicembre dello stesso anno ed il 18 ottobre 1946 venne radiata. in ottemperanza al trattato di pace questa unità avrebbe dovuto essere consegnata agli stati uniti in conto riparazione danni di guerra: ma, a seguito della rinuncia da parte di washington, l'unità fu demolita nel 1949 .
il dandolo può vantare una delle attività operative più intense della flotta con ben 322 giorni di navigazione, 44.486 miglia di navigazione in superficie e 5.290 in immersione per un totale di 39 missioni.


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veniero
impostato nel cantiere crda di monfalcone il 23 gennaio 1937, fu varato il 14 febbaio 1938 entrando in servizio il 6 giugno 1938. dopo alcune missioni in mediterraneo, il 2 luglio 1940 l'unità salpò dalla spezia e nella notte tra il 7 e l'8 luglio attraversò lo stretto di gibilterra. nella notte tra il 27 ed il 28 luglio ripassò lo stretto in immersione non avendo avuto occasione di attaccare naviglio mercantile in atlantico rientrando alla base. non appena fu approntata betasom, il veniero si trasferì a bordeaux attraversando lo stretto il 3 ottobre. il 13 dicembre del 40, durante la sua prima missione atlantica al largo della scozia, attaccò con siluro ed affondò il piroscafo greco “anastassia” da 2.833 tsl. il 23 marzo 1941, in navigazione di rientro alla base e nonostante una grave avaria ad un diesel, attaccò ed affondò la nave da carico britannica “agnete maersk” da 2.014 tsl. il 30 maggio durante una missione compiuta al largo di capo san vincenzo, attaccò un cacciatorpediniere britannico. attaccato a sua volta e fatto oggetto del lancio di oltre 30 bombe di profondità, riuscì ad allontanarsi. il 16 giugno attaccò una petroliera da 3.500 tsl ed il piroscafo britannico “ariosto” da 7.300 tsl, facenti parte di un convoglio fortemente scortato. sottoposto a caccia, il veniero riuscì a sganciarsi senza però accertare l'esito degli attacchi. il 12 agosto 1941 ripassò lo stretto e, sebbene sottoposto ad azione aerea nemica, rientrò incolume in italia. impiegato nuovamente in missioni nel mediterraneo, nel dicembre 1941 effettuò una missione di trasporto materiali a bardia. ma giunto all'imboccatura del porto ci si rese conto che la base era caduta in mani nemiche, riuscì comunque a ritirarsi e a rientrare alla base. la sera del 17 maggio 1942 l'unità lasciò cagliari per portarsi ad operare in una zona d'agguato a sud delle baleari. alle ore 16.45 del 29 maggio lanciò il segnale di scoperta di un convoglio poi, dopo di allora, non si ebbe più alcuna sua notizia. si ritiene che la sua scomparsa sia avvenuta il 7 giugno o comunque in una data compresa tra il 29 maggio e il 23 giugno 1942, in una zona imprecisata del mediterraneo occidentale, ad opera di aerei nemici. con l'unità scomparvero anche i 58 membri dell'equipaggio.

provana (motto: omnia omnium bene agere - far tutto per il bene di tutti)
impostato nel cantiere crda di monfalcone il 3 febbraio 1937, fu varato il 16 marzo 1938 e entrò in servizio il 25 giugno 1938. questa unità ebbe vita brevissima, infatti, durante la sua prima missione in guerra al largo di orano, alle ore 16.30 del 17 giugno attaccò col lancio di due siluri un convoglio di cinque unità mercantili francesi che era diretto da orano a marsiglia, scortato dalle torpediniere “commandant bory” e “la curieuse”. individuato e sottoposto a caccia, fu costretto ad emergere venendo speronato ed affondato dalla la curieuse la quale, rimase seriamente danneggiata nella collisione ma poté rientrare in porto. non ci furono superstiti tra i 62 membri dell'equipaggio scomparsi tutti nella sciagura con il comandante, il cc ugo botti.

mocenigo (motto: semper paratus - sempre pronto)
impostato nel cantiere crda di monfalcone il 19 gennaio 1937, fu varato il 20 novembre 1937 e entrò in servizio il 14 agosto 1938. dopo alcune missioni compiute in mediterraneo, prevalentemente lungo le coste algerine e tunisine, il 24 novembre salpò dalla spezia per portarsi nella base atlantica di betasom. il 30 novembre intraprese l'attraversamento dello stretto di gibilterra in immersione e nonostante alcune difficoltà e avarie, proseguì la navigazione sfuggendo alle unità di pattugliamento britanniche che lo sottoposero, dalle ore 10.00 alle ore 14.00 del 2 dicembre, ad una dura caccia con lancio di 40 bombe di profondità le cui esplosioni, non provocarono danni al battello. entrato nella zona assegnata di pattugliamento al largo delle coste africane il mattino del 21 dicembre, intercettò il convoglio "og 47" composto da una decina di piroscafi fortemente scortati che era diretto verso lisbona. portatosi all’attacco, lanciò due siluri contro un piroscafo di nazionalità non accertata che venne gravemente danneggiato, ed altri due contro il piroscafo “mangen” di 1253 tsl che, colpito da un siluro, si capovolse rapidamente ed affondò. invertita la rotta, il mocenigo lanciò altri due siluri contro un piroscafo da carico senza bandiera e con caratteristiche pressoché analoghe a quelle dell'unità affondata in precedenza e che venne probabilmente danneggiato. disimpegnatosi coll'immersione, fu sottoposto a caccia dalla quale riportò danni non gravi. il giorno successivo, nel pomeriggio a circa 270 miglia a ponente di oporto, aprì il fuoco contro il piroscafo armato britannico “sarastone” di 2.473 tsl. il piroscafo rispose al fuoco ed il battello venne colpito alla torretta. durante il combattimento, nel quale anche il piroscafo ebbe a subire ingenti danni, scomparvero in mare il secondo capo serafino sacchi e tre marinai, travolti dalle onde particolarmente violente. la sera del 2 dicembre l'unità raggiunse bordeaux. nel marzo effettuò una seconda missione senza ottenere risultati positivi. ii 16 agosto 1941, dopo 4 missioni in atlantico, il mocenigo prese il mare da la pallice e, navigando in superficie, il 23 riattraversò lo stretto di gibilterra rientrando alla spezia il 28. nel dicembre 1941, durante una missione di trasporto materiali bellici a derna, subì attacchi aerei senza comunque riportare danni. il 14 marzo 1942, a nord di capo falcon, colpì con un siluro la petroliera francese “sainte marcelle” da 1518 tsl, che fu vista in affondamento. il 20 dello stesso mese, superato lo schermo protettivo antisom, lanciò tre siluri contro la portaerei “argus”, ma questa volta senza colpirla. il 18 maggio lanciò tre siluri contro una unità riconosciuta come un incrociatore, p robabilmente danneggiandolo. il giorno 19 novembre 1942, al largo di cap de fer, il sommergibile lanciò quattro siluri contro un piroscafo, con probabile esito positivo. il 14 dicembre dello stesso anno, al largo di bona, lanciò una salva di 4 siluri contro l'incrociatore britannico “argonaut” che venne gravemente danneggiato. il 13 maggio, alle ore 14.45. mentre l'unità si trovava ormeggiata al molo della capitaneria di porto di cagliari per piccoli lavori di manutenzione, affondò per attacco aereo durante il quale, morirono cinque uomini dell'equipaggio.

nani
impostato nel cantiere crda di monfalcone il 15 gennaio 1937, fu varato il 16 ennaio 1937 e entrò in servizio il 5 settembre 1938. dopo tre missioni in mediterraneo senza risultati di rilievo, il 29 settembre 1940 salpò da napoli per portarsi ad operare in atlantico, a disposizione di betasom. iniziato l'attraversamento dello stretto di gibilterra in immersione alle prime ore del 4 ottobre, giunse in zona di operazioni durante la notte del 5. ad una cinquantina di miglia da capo spartel, mentre si avvicinava ad un piroscafo completamente illuminato per controllarne la nazionalità, avvistò una sagoma scura che risultò poi essere il trawler "kingston sapphire”da 356 tsl, adibito alla vigilanza dello stretto. l'unità, colpita da due siluri lanciati dal nani affondò rapidamente. dall'11 al 27 ottobre il sommergibile sostò nella zona di operazioni a nordovest di madera senza effettuare alcun avvistamento. il giorno 27, in navigazione verso la base di bordeaux, avvistò il piroscafo britannico “maggie” di 1.583 tsl, isolato e senza bandiera, e lo affondò con il cannone. raggiunto il limite di autonomia, il nani diresse su bordeaux, che raggiunse il 4 novembre. inviato in missione nel dicembre 1940, il 17 fu costretto a rientrare alla base per sbarcare l'ufficiale in seconda ed un cannoniere rimasti feriti dagli urti provocati da un violento colpo di mare che aveva investito la plancia. sostò poi alla fonda a pauillac (gironde) e nella notte fra il 17 ed il 18, nel corso di un allarme aereo, abbatté un velivolo incursore. salpato da bordeaux il 20 dicembre per riprendere la missione interrotta che lo doveva portare al largo della gran bretagna, dal 3 gennaio 1941 non dette più sue notizie. da fonte ufficiale britannica risulta che l'unita venne affondata il 7 gennaio dalla corvetta “anemone”, a sudest dell'islanda.
 
barbarigo (motto: par animo gloria - pari all'animo la gloria)
impostato nel cantiere crda di monfalcone il 6 febbraio 1937, fu varato il 12 giugno 1938 e entrò in servizio il 19 settembre 1938. sin dal primo giorno compì missioni di guerra, la prima delle quali fu una missione di agguato a 10 miglia dalla costa algerina. rientrò alla base il giorno 13 senza aver conseguito avvistamenti. svolse altre due missioni in mediterraneo, nella seconda delle quali il 2 luglio subì una prolungata caccia antisom e riportò avarie agli impianti di bordo con perdita di nafta dalle casse esterne, a causa delle quali il battello fu costretto a rientrare alla base. destinato alla base atlantica di bordeaux, alle prime ore del 14 agosto 1940 entrò nello stretto di gibilterra con navigazione in immersione portandosi nelle acque di madera e mantenendo l'agguato per 15 giorni. in questa zona colpì ripetutamente con il cannone il piroscafo da carico britannico “aquila”, da 3.255 tsl, dannegiandolo. da bordeaux riprese il mare il 14 ottobre e tre giorni dopo, mentre stava ancora navigando verso la zona di operazioni, fu attaccato da un aereo con lancio di bombe che però esplosero lontane. il 23 ottobre diede inizio all'esplorazione offensiva a ponente dell'irlanda ed il 30 dello stesso mese avvistò un mercantile che non poté attaccare per l'elevata velocità mantenuta dallo stesso. l'11 novembre lanciò contro un cacciatorpediniere di scorta ed una portaerei non identificata. l'esito non poté essere accertato, ma dalla documentazione britannica non risultano affondamenti di unità militari in quell'occasione. dopo 33 giorni di permanenza in mare, rientrò a bordeaux. il 5 maggio 1941 attaccò, con esito non accertato, il piroscafo britannico “manchester port”.
poi il 24 luglio 1941, avvistato un piroscafo all'orizzonte, l'unità si pose all'inseguimento ed alle ore 00.34 del 25, dalla distanza di 1000 metri, lanciò un siluro che colpì sotto il fumaiolo, causando l'arresto ma non l'affondamento del piroscafo. dopo che l'equipaggio fu posto in salvo, il barbarigo con 49 colpi di cannone ridusse la nave ad un relitto con incendio a bordo e in via di affondamento. il piroscafo era il britannico “macon”, di 5.135 tsl. nella notte successiva il barbarigo affondò col siluro la petroliera “horn shell” da 8.272 tsl. ii 23 gennaio 1942 fu la volta del piroscafo spagnolo “nauemar” da 5473 tsl che navigava senza bandiera trasportando merci di contrabbando. al comando del capitano di corvetta enzo grossi, uno dei comandanti più discussi della seconda guerra mondiale, l'unita raggiunse la zona di operazione al largo di capo san rocco il 17 maggio 1942 ed il pomeriggio del 18 avvistò un piroscafo da carico che risultò poi essere il brasiliano “comandante lyra” da 5.052 tsl. nel corso della notte lo attaccò col siluro e col cannone colpendolo, tanto da ritenerne prossimo l'affondamento. il piroscafo venne invece soccorso dalla task force 23 statunitense e venne rimorchiato in porto dal rimorchiatore brasiliano “perdigao”. il giorno successivo il barbarigo avvistò il cacciatorpediniere “moffett” e l'incrociatore statunitense “milwaukee”, che il comandante grossi scambiò, forse a causa della non perfetta visibilità, per una corazzata del tipo "maryland" o "california". il comandante lanciò contro l'incrociatore due siluri che ritenne avessero colpito ed affondato quell'unità scambiata per una nave da battaglia. solo nell'autunno del 1962, dopo minuziose ricerche, si poté accertare che l'unità attaccata era in realtà l'incrociatore milwaukee e che l'azione aveva avuto esito negativo. dopo l'attacco, il barbarigo si allontanò per levante e il 22 venne attaccato da un aereo che gli lanciò contro otto bombe che, pur esplodendo in prossimità del battello, non causarono danni. proseguendo nella missione, nella notte tra il 28 ed il 29 maggio 1942 colò a picco il piroscafo da carico britannico “charlbury”, di 4835 tsl. il 30 maggio, ormai al limite dell'autonomia, il barbarigo iniziò la navigazione di ritorno a bordeaux, ove giunse il 16 giugno. durante la successiva missione al largo delle coste americane, il 1° ottobre 1942 l'unita fu attaccata da due aerei ma la pronta reazione di bordo abbatté un velivolo. durante la stessa missione, il 6 ottobre lanciò quattro siluri contro un'unità militare che venne ritenuta una nave da battaglia della classe "mississippi": in realtà si trattava della corvetta britannica “petunia” la quale, secondo le indagini fatte nel dopoguerra, notò le scie dei siluri ma non poté porsi in caccia avendo le apparecchiature di bordo antisom non funzionanti. tuttavia nessun siluro colpì il bersaglio essendo stati questi regolati per una profondità di 6 metri. il 24 gennaio 1943 l'unita salpò da la pallice e si portò ad operare al largo della costa brasiliana. nelle acque di bahia, il 24 febbraio, colò a picco, col siluro e il cannone, il piroscafo “monte igueldo” di 3.453 tsl. nel corso dell'attacco e quando già il piroscafo stava affondando, il barbarigo fu attaccato da un aereo statunitense tipo "consolidated" che sganciò tre bombe, tutte esplose senza danno per il battello. nel pomeriggio del 2 marzo affondò col siluro il piroscafo passeggeri brasiliano “alfonso penna” di 3.540 tsl e, nel pomeriggio del giorno successivo, attaccò ed affondò la nave statunitense “staghound” di 8.591 tsl. rientrò a le verdon nel pomeriggio del 3 aprile, avendo al suo attivo l'affondamento di tre navi mercantili per un totale di 15.584 tsl. in base agli accordi con la marina germanica, il barbarigo venne destinato, nella primavera del 1943, ad essere trasformato in unita trasporto materiali strategici. ultimata la trasformazione e al comando del tenente di vascello umberto de julio, il 16 giugno salpò da bordeaux per singapore con 130 t di materiali e 5 miliardi di lire. dopo la partenza non diede più sue notizie. si ritiene che l'unità sia affondata per cause ignote, tra il 16 ed il 24 giugno in un punto sconosciuto dell'atlantico. non ci furono superstiti.
 
emo
impostato nel cantiere crda di monfalcone il 16 febbraio 1937, fu varato il 29 giugno 1938 e entrò in servizio il 14 ottobre 1938. la sua prima azione bellica ebbe luogo il 6 luglio 1940 quando, nel corso di un pattugliamento lungo la costa marocchina, avvistò una grande formazione britannica composta da una portaerei, due navi da battaglia e numerosi incrociatori e cacciatorpediniere diretta a levante; l'emo diede inizio alla manovra d'attacco senza però riuscire a portarla a compimento a causa di un'accostata della formazione. il 27 agosto salpò da napoli per bordeaux, attraversò lo stretto di gibilterra in immersione e nelle acque dell'atlantico affondò il piroscafo britannico “saint agnes” da 5.199 tsl. il 3 ottobre raggiunse la base di bordeaux. ripartito il 31 dello stesso mese per portarsi ad operare nelle acque nord-orientali dell'irlanda, il 2 ed il 3 novembre l'emo subì fortissimi colpi di mare che strapparono dalla torretta il sottocapo giuseppe de giobbi e causarono l'invalidità del comandante per cui il battello rientrò alla base mentre il comando fu assunto dal tv giuseppe roselli lorenzini. il 5 dicembre l'unità salpò nuovamente ed il 14 raggiunse la zona a ponente della scozia ma rientrò alla base il 1° gennaio senza risultati di rilievo. nella missione dal 3 al 22 marzo 1941, alla ricerca di un convoglio nemico segnalato dall'aviazione germanica, il giorno 9 fu attaccato da un aereo con lancio di bombe che esplosero vicinissime. le esplosioni bloccarono i timoni di profondità mentre l'emo si trovava a circa 20 metri di quota per cui il battello prima affiorò e poi precipitò fino a 110 metri scendendo al di sotto della quota massima operativa. stabilizzato l'assetto e riemerso dopo qualche ora, finalmente raggiunse la zona assegnata ed il 14 avvistò e affondò col siluro, il piroscafo britannico “western chief” da 5.759 tsl. il 18 avvistò il piroscafo da carico britannico “clan maciver” da 4.500 tsl, contro il quale lanciò un siluro che colpì il bersaglio. il piroscafo reagì tentando prima di speronare l'emo e poi, di colpirlo con il cannone, ma l'unità riuscì a sottrarsi alle offese con una rapida immersione e si allontanò. durante una successiva missione al largo dello stretto di gibilterra, compiuta dal 19 maggio al 20 giugno 1941, l'emo intercettò, un convoglio fortemente scortato. lanciò due siluri contro un mercantile di 3.000 tsl e uno di 1900 tsl che ritenne di avere affondato. non è stato possibile accertare l'affondamento di queste due unità che, probabilmente danneggiate, poterono raggiungere ugualmente un porto alleato. il 20 agosto salpò da la pallice per rientrare in italia. attraversato lo stretto di gibilterra il giorno 27, con navigazione in superficie, giunse a napoli il 1° settembre. dal 1° ottobre al 12 dicembre operò presso mariscuolasom pola interrompendo, dall'8 al 10 novembre l'attività addestrativa, per compiere una missione in alto adriatico. nel dicembre effettuò una missione di trasporto di materiale bellico a bardia senza poter però sbarcare il materiale in quanto la base era caduta, nel frattempo, in mano nemica. in missione al largo di la galite, l'emo avvistò, il 12 agosto 1942, una formazione navale britannica fortemente scortata. si portò all'attacco e lanciò tre siluri contro un incrociatore che ritenne d'aver colpito. dalla documentazione avversaria però non si sono ricavati elementi relativi ai risultati di questo attacco. salpato da cagliari il 7 novembre 1942 per agguato in una zona a sud della sardegna, nella notte del 10 ricevette l'ordine di spostarsi a nord di algeri per contrastare lo sbarco anglo-americano in algeria. alle ore 12.00 del giorno 10, nel corso della manovra di attacco di unità nemiche, fu avvistato dal cacciasommergibili britannico “lord nufffield” che lo sottopose ad intensa caccia. l’esplosione delle bombe provocarono gravi avarie per cui l'emo fu costretto ad emergere. cominciò subito il combattimento con il cannone ma, non potendo manovrare per avaria ad entrambi i motori diesel, fu costretto adautoaffondarsi. i superstiti furono raccolti dall'unità britannica mentre 14 componenti dell'equipaggio perirono nel duro combattimento.

morosini (motto: ex undis signum victoriae - dalle onde il segno della vittoria)
impostato nel cantiere crda di monfalcone il 2 marzo 1937, fu varato il 28 luglio 1938 e entrò in servizio il 9 novembre 1938. il 15 giugno 1940, in agguato nelle acque cli capo palos, attaccò senza successo una unità militare francese e il giorno successivo, un piroscafo di medio tonnellaggio contro il quale lanciò un siluro da posizione ravvicinata non potendo però verificare, per le particolari condizioni del mare e della visibilità, l'esito dell'attacco. il 26 ottobre 1940 l'unità salpò da napoli per bordeaux e il 31 iniziò l'attraversamento dello stretto di gibilterra raggiungendo il 28 novembre, dopo un periodo di 15 giorni di agguato all'altezza di tangeri, la base di betasom. dal 22 gennaio al 24 febbraio 1941, l'unità eseguì una missione a ponente dell'irlanda, non conseguendo risultati utili. al comando del capitano di corvetta athos fraternale, il 14 maggio, al largo dell'islanda, avvistò la petroliera britannica “vancouver” da 5.727 tsl contro la quale effettuò un'azione di fuoco che però fu subito interrotta a causa dell'inferiore velocità del battello. nella notte del 15 il morosini fu oggetto di un attacco aereo con lancio di numerose bombe che non provocarono danni all'unità. l'8 luglio l'unità dette inizio ad una nuova missione nelle acque a ponente dello stretto di gibilterra e nella notte fra il 14 ed il 15 luglio affondò il piroscafo da carico britannico “rupert de lairinaga” da 5.358 e il piroscafo passeggeri “lady somers”, requisito dalla royal navy, da 8.194 t. a dicembre, durante una missione a 250 miglia dalle canarie, fu sottoposto al preciso lancio di bombe antisom il cui scoppio provocò gravi avarie al battello costringendolo al rientro. durante una successiva missione, mentre si trovava in navigazione verso la zona di operazione a nordest dell'isola guadalupa nelle antille, affondò col siluro il piroscafo britannico “stangarth” di 5.960 t. il giorno 16 affondò la cisterna olandese “oscilla” ed il 23 la britannica “peder bogen”, da 8.620 t. nuovamente in missione dal 2 giugno in una zona compresa tra san salvador nelle bahamas e, puerto rico nelle antille, l'unità raggiunse la zona il 28 giugno ed il 30, comunicò a betasom di aver affondato col siluro e col cannone una motonave isolata, che risultò essere il piroscafo danese “tysa” da 5.327 t. il 31 luglio segnalò di aver attaccato con il siluro, senza successo, una cannoniera, dopo di che non diede più sue notizie. da fonte britannica si è appreso che l'11 agosto 1942, alle ore 16.15, un aereo sganciò quattro bombe di profondità contro un sommergibile in superficie che fu visto subito immergersi, ma non venne constatato l'esito dell'attacco. è da presumere che l'unità sia affondata in data imprecisata tra l'8 e l'11 agosto 1942 nel golfo di biscaglia. non ci furono superstiti fra i componenti d'equipaggio.
 
c.te cappellini (in seguito u.it 24 e i 503) (motto: nec aspera terrent - non mi spaventano le difficoltà)
impostato nel cantiere oto di la spezia il 25 aprile 1938, fu varato il 14 maggio 1939 e entrò in servizio il 23 settembre 1939. nell'imminenza dell'intervento italiano nel conflitto, maricosom dispose che il cappellini si portasse ad operare in atlantico. salpato da cagliari il 6 giugno 1940, nella notte del 14 giugno, in prossimità di capo negro (a sud di punta almina), fu dapprima avvistato dal trawler britannico arctic ranger e successivamente dal cacciatorpediniere vidette, con lancio reciproco di siluri, andati a vuoto. il cappellini riuscì a far perdere le proprie tracce ma, fu avvistato da un altro cacciatorpediniere britannico mentre navigava in acque territoriali spagnole e costretto a riparare nel porto di ceuta da dove, dopo qualche giorno, riuscì a riprendere il largo e a rientrare alla spezia. al comando del capitano di corvetta salvatore todaro, il 29 settembre l'unità ritentò la missione ed il 5 ottobre effettuò il passaggio dello stretto di gibilterra navigando in immersione. nella notte tra il 15 ed il 16 affondò, col siluro, il piroscafo da carico armato kabalo da 7.545 tsl. il comandante todaro, presa a rimorchio la scialuppa con i naufraghi, diresse verso le azzorre quando si aprì una falla nella scialuppa. i naufraghi vennero allora imbarcati a bordo e sbarcati, il giorno 19 ottobre, nell'isola di santa maria delle azzorre. il 5 gennaio 1941, mentre si trovava in missione d'agguato nelle acque fra le canarie e la costa africana, il cappellini affondò col cannone il piroscafo britannico shakespeare da 5029 t. il giorno 14 attaccò prima con il siluro, poi col cannone, il piroscafo armato britannico eumaeus da 7.472t, trasformato in incrociatore ausiliario. il duello di artiglieria fra le due unità durò per oltre due ore, ed alla fine l'eumaeus fu affondato. durante una successiva missione nelle acque a ponente della scozia, il 21 aprile 1941, nonostante una grave avaria ad un motore diesel, attaccò due grandi piroscafi passeggeri e ritenne di aver colpito e affondato una unità. divenuto comandante il tenente di vascello aldo lenzi, il battello, durante una missione al largo delle azzorre, lanciò cinque siluri contro il piroscafo da carico britannico miguel de larrinaga di 5.231 t. due armi colpirono il bersaglio che affondò. poi al largo di capo san rocco affondò la motonave svedese tisnaren da 5447 t ed il giorno 31 maggio 1942 affondò la cisterna brasiliana dinsdale da 8214 t. il 13 settembre 1942 partecipò all'azione umanitaria di salvataggio dei naufraghi del piroscafo britannico laconia, silurato ed affondato dal sommergibile tedesco u 156. il piroscafo trasportava, oltre ai 436 uomini di equipaggio, 248 militari britannici, 160 militari polacchi, 80 fra donne e bambini e 1800 prigionieri di guerra italiani. il cappellini riuscì a trarre in salvo 49 italiani, 19 inglesi ed un polacco, assistendo anche numerose imbarcazioni cariche di naufraghi che vennero poi raccolti da unità francesi su indicazioni fornite dal sommergibile italiano. in seguito, in base agli accordi intercorsi tra roma e berlino, il battello venne trasformato in sommergibile da trasporto materiali strategici. l'11 maggio 1943, al comando del capitano di corvetta walter auconi, partì per singapore con un carico di 195 t di materiali vari tra cui munizionamento speciale, pezzi meccanici ecc.. poiché aveva imbarcato la quantità massima possibile di nafta, cominciò la navigazione con una riserva di spinta del 3,5% e arrivando a sabang il 9 luglio con i depositi di nafta praticamente esauriti. rifornito in porto e scortato dalla nave coloniale nazionale “eritrea”, il 10 dello stesso mese raggiunse singapore da dove, dopo aver sbarcato il carico ed imbarcato 156 t di gomma, stagno, tungsteno, ripartì per sabang. rimase in porto per attendere il sommergibile giuliani ma poi, con vari pretesti, fu trattenuto in attesa che la situazione politica in italia si chiarisse. l'8 settembre i giapponesi si impossessarono dell'unità e la consegnarono ai tedeschi, che la denominarono u.it.24. alla resa della germania, il cappellini fu incorporato nella marina nipponica che lo denominò i 503. alla fine del conflitto passò in mani statunitensi. affondò al largo di kobe il 2 settembre 1945.

c.te faa’ di bruno
impostato nel cantiere oto di la spezia il 28 aprile 1938, fu varato il 18 giugno 1939 e entrò in servizio il 23 ottobre 1939. all’inizio della ii g.m. il faà di bruno è assegnato alla 12ª squadriglia del 1° gruppo sommergibili di base alla spezia. dopo un paio di missioni in mediterraneo il battello viene destinato ad operare in atlantico. parte quindi dalla spezia il 28 agosto 1940 e passa lo stretto di gibilterra fra il 2 e il 3 settembre. l'attraversamento, in immersione, è reso difficile dalle forti correnti sottomarine e dall'ecoscandaglio in avaria. per due volte il battello sprofonda a 140 metri strisciando anche sul fondo ma fortunatamente senza riportare danni. passato lo stretto, il battello si porta in agguato a sud delle azzorre dove rimane dal 8 al 24 settembre. in questo periodo effettua cinque avvistamenti tre dei quali seguiti da attacchi contro due grossi piroscafi e contro la petroliera inglese auris da 8.000 t, danneggiando forse i primi due ma sicuramente la petroliera. quest'ultima è comunque destinata ad essere vittima dei sommergibili italiani (il 28 giugno 1941 sarà infatti affondata, con 4 siluri, dal smg. da vinci a nord di madera). il giorno 24 settembre lascia la zona e dirige per bordeaux dove giunge il 5 ottobre 1940. il 31 ottobre il faà di bruno parte per la sua prima e, purtroppo, unica missione tutta atlantica di pattugliamento ad ovest della scozia. il rientro è previsto per il 5 gennaio 1941 ma dopo la partenza, il battello non da piu notizie di se. le cause della sua perdita sono tuttora sconosciute. potrebbe essere stato affondato dall'avversario ma, potrebbe anche aver subito un'avaria, magari dovuta al mare grosso, che in quella stagione affligge il nord atlantico. pertanto, non è possibile neanche definire quando il battello si è perduto, se non con la generica e burocratica indicazione di “data imprecisata fra il 31 ottobre 1940 e il 5 gennaio 1941”.
 

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