• このフォーラムは、www.cad3d.it/forum1 - イタリアのデザインコミュニティの機械翻訳です。いくつかの用語は正しく翻訳されていません。

波の上および下

  • Thread starter Thread starter Exatem
  • Start date Start date
hai quasi 800 visite.....si avvicinano le 1000.....poi offri torta a tutti!(soprattutto a me!)
 
ok, ok... non mi lagno più.
fa piacere sapere che di là del monitor c'è qualcuno.
grazie a tutti.

..ci siamo, ci siamo. tranquillo.

qualche cenno magari al "pilotaggio", al governo, alle "manovre", alle andature?
mi pare che la navigazione a vela moderna sia molto cambiata.
con quelle vele quadre come era possibile chiudere/risalire il vento (dicevi solo di poppa o al massimo "al traverso", no?)? come si spostavano verso una destinazione "controvento"? i "bordi di bolina" sono ancora di là da venire? o in parte aiutavano le latine ed auriche?
la strambata chiaramente è molto recente e con quelle navi impensabile?

dai, un po' di tecnica in questo contesto non penso ci starebbe male;
il principio della "propulsione" a vela?
i cambiamenti nei secoli? mi pare che allora il vento "spingesse" sulle vele, adesso invece è più efficace l'azione di "risucchio" su di esse.. sbaglio?

saluti
marco
(e perdona la mia preparazione approssimativa sull'argomento)
 
..e in effetti qualche schema didascalico con "pallinatura" sarebbe utile.

saluti
marco:smile:
(ti sei cacciato in un pozzo senza fondo..)
 
..e pure sorgono molte domande:smile:.

con quel tipo di carena viene da pensare che deriva e scarroccio fossero particolarmente accentuati; come venivano contrastati? solo di barra?
ci volevano grandissima attenzione alla rotta e timonieri con i "controfiocchi" (:smile:).
chiaramente erano esclusivamente dislocanti, non cambiavano assetto in velocità?

scusa le interruzioni/divagazioni ma te l'ho detto, ho sempre amato la navigazione.

saluti
marco
 
con quelle vele quadre come era possibile chiudere/risalire il vento (dicevi solo di poppa o al massimo "al traverso", no?)? come si spostavano verso una destinazione "controvento"?

infatti cristoforo colombo non era mica uno qualsiasi e purtroppo e' diventato famoso per la sua "bugia" invece che per il suo talento superiore.
:biggrin:

p.s.:
1° io non leggo, io controllo
2° io non rispondo (ai pm ma anche in generale), io dispongo.
:biggrin:
 
no exa ... non è il tuo unico lettore.
io sto leggendo tutto dal tuo primo intervento, ed anche se non intervengo ... ci sono.

eh ti sto seguendo pure io: per me un vero appassionato dell'aria ha sempre dei momenti nei quali sogna il mare...:smile:
 
hai quasi 800 visite.....si avvicinano le 1000.....poi offri torta a tutti!(soprattutto a me!)
torta? veramente avevo pensato ad una cena a base di acciughe (il meglio),orate e branzini, scampi, gamberi... qui il pesce c'è, buono e fresco. siamo "di mare" e "di scoglio" e il sangue è da base di acqua salata e iodio. d'altronde tra i miei concittadini c'è un detto: "si riconosce se sei nato nella nostra città se a tre anni nuoti senza i braccioli".
comunque per te posso fare un'eccezione.
la torta come la vuoi?

..ci siamo, ci siamo. tranquillo.

qualche cenno magari al "pilotaggio", al governo, alle "manovre", alle andature?
mi pare che la navigazione a vela moderna sia molto cambiata.
con quelle vele quadre come era possibile chiudere/risalire il vento (dicevi solo di poppa o al massimo "al traverso", no?)? come si spostavano verso una destinazione "controvento"? i "bordi di bolina" sono ancora di là da venire? o in parte aiutavano le latine ed auriche?
la strambata chiaramente è molto recente e con quelle navi impensabile?

dai, un po' di tecnica in questo contesto non penso ci starebbe male;
il principio della "propulsione" a vela?
i cambiamenti nei secoli? mi pare che allora il vento "spingesse" sulle vele, adesso invece è più efficace l'azione di "risucchio" su di esse.. sbaglio?

saluti
marco
(e perdona la mia preparazione approssimativa sull'argomento)
la preparazione mi pare tutto meno che approssimativa...
come ho detto nel post 27, (non sei stato attento! :wink:) la navigazione avveniva a vista in prossimità della costa infatti il comandante a quei tempi , era chiamato pilota. nessuno sa con esattezza quando si iniziò a navigare con la sola guida delle stelle. ne parla già omero nell'odissea, i fenici calcolavano l'altezza dell'orsa minore traguardandola con il sartiame o addirittura con il palmo della mano, certo è che il rollare della nave rendeva i riferimenti inesatti tanto che erano comuni errori di oltre 100 miglia. poi certe cognizioni si persero fino a riapparire nel 1000 grazie agli arabi. i marinai europei usavano la bussola già nel xii secolo. ben presto grazie anche la scuola di enrico il navigatore (sempre post 27), furono in grado di preparare delle carte munite di "reticolo lossodromico" per mezzo del "quadrante" un cuneo graduato con un filo a piombo (non mi chiedete come funzionasse) con cui dividevano l’orizzonte in 32 direzioni chiamate “rombi del vento”. tracciavano le linee lossodromiche che venivano seguite grazie alla bussola quando non si vedeva la costa. i problemi nascevano (e grossi) quando per errore si usciva di rotta non essendo possibile fare il punto nave (ne parleremo con cook).
la navigazione "controvento", un eufemismo, migliorò con le caravelle. come ho detto, si prese il meglio delle navi mercantili (la robustezza e la capacità di carico) e si mutuò il meglio del sambuco arabo ossia la vela latina (che a dispetto del suo nome non deriva dei latini ma, sembra da "tri lati"), era di forma triangolare e permetteva una certa "risalita" al vento. la vela aurica fu introdotta in seguito.


..e pure sorgono molte domande.

con quel tipo di carena viene da pensare che deriva e scarroccio fossero particolarmente accentuati; come venivano contrastati? solo di barra?
ci volevano grandissima attenzione alla rotta e timonieri con i "controfiocchi" .
chiaramente erano esclusivamente dislocanti, non cambiavano assetto in velocità?

scusa le interruzioni/divagazioni ma te l'ho detto, ho sempre amato la navigazione.

saluti
marco
lo scarroccio era impressionante dato che non esisteva deriva e, specie nelle prime navi, il timone non era altro che un remo. la vela aurica fu una evoluzione della vela latina. è quella che noi chiamiamo randa. era di forma trapezoidale, infierita all’albero di mezzana, inferiormente al “boma” e superiormente al “picco”, a volte sopra di essa c’era un’altra vela triangolare detta "controranda" in inglese “topsail”. la vela di "civada" era una vela rettangolare "appesa" al bompresso o su di un alberetto verticale detto "parrocchetto" che aiutava molto nelle manovre.
per navigare in mare aperto ci si affidava agli alisei di nord-est per viaggiare verso sud fino quasi alle coste del brasile per poi virare e puntare al sud africa. cosa che fece vasco da gama nevigando per 3500 miglia in mare aperto e di cui parleremo.
la velocità di un veliero era modesta e dipendente dalla resistenza di forma dello scafo (e qui ne parlerò quando inizieremo a vedere un po' di architettura navale moderna) e dalla superficie velica. infatti il vento esercita sulle vele una forza che è proporzionale alla superficie velica, al quadrato della velocità del vento, e al quadrato del seno dell'angolo che la direzione del vento ha rispetto il piano velico. tale forza ha il proprio punto di applicazione nel centro velico ed è perpendicolare al piano della vela; delle sue componenti quella diretta secondo l'asse del veliero lo fa avanzare e ne provoca un leggero appruamento, quella perpendicolare alla prima lo fa "scarrocciare", spingendolo a "poggiare" o a "orzare" secondo che il centro velico si trovi a proravia o a poppavia del centro di gravità, ciò provoca un'inclinazione trasversale (sbandamento). per il migliore sfruttamento del vento, le vele debbono essere orientate pertanto secondo la bisettrice dell'angolo formato dal piano longitudinale di simmetria della nave e la direzione del vento, in modo da rendere massima la componente di avanzamento; inoltre, con opportuna distribuzione delle vele stesse, si può cercare di portare il centro velico sulla verticale per il centro di gravità in modo da assicurare stabilità di rotta alla nave, annullando la tendenza a poggiare o orzare senza l'intervento del timone e quindi senza introdurre una resistenza aggiuntiva all'avanzamento (resistenza causata da tutte le appendici dello scafo). la realizzazione di velieri con esteso piano di deriva, elevata stabilità di forma (scafo largo nella parte superiore) e stabilità di peso (carichi o zavorra in basso, in modo da ottenere un basso centro di gravità), può minimizzare lo scarroccio e lo sbandamento.
comunque ti allego uno schema che ho reperito in internet.
per la navigazione moderna e l'utilizzo delle vele in coppa america, se qualche lettore è informato, potrebbe intervenire.
mi aiuterebbe anche ad uscire da questo "cul de sac" in cui mi sono ficcato. :biggrin:
da ragazzo ho fatto vela agonistica per diversi anni e su diverse categorie, ma è passato molto tempo, e non sono più "nell'argomento".

infatti cristoforo colombo non era mica uno qualsiasi e purtroppo e' diventato famoso per la sua "bugia" invece che per il suo talento superiore.


p.s.:
1° io non leggo, io controllo
2° io non rispondo (ai pm ma anche in generale), io dispongo.

mi auguravo un tuo luminare intervento sulle armi dell'epoca, una rubrica "parallela" in attesa dei motori (tra poco arrivano). :finger:
 

Attachments

  • differenze andatura.jpg
    differenze andatura.jpg
    47.3 KB · Views: 23
Last edited by a moderator:
torta? veramente avevo pensato ad una cena a base di acciughe (il meglio),orate e branzini, scampi, gamberi... qui il pesce c'è, buono e fresco. siamo "di mare" e "di scoglio" e il sangue è da base di acqua salata e iodio. d'altronde tra i miei concittadini c'è un detto: "si riconosce se sei nato nella nostra città se a tre anni nuoti senza i braccioli".
comunque per te posso fare un'eccezione.
la torta come la vuoi?

visto che insisti......... cena (gamberi soprattutto) e torta!:36_1_1:
 
sopra e sotto le onde
4) navi nella storia
la fregata
furono i francesi che modificando i vascelli crearono la fregata. eliminarono il ponte superiore ed aumentarono la larghezza, rendendo la nave più stabile e resistente, era inoltre più veloce grazie alla leggerezza così ottenuta.
anche gli inglesi successivamente modificarono la loro flotta anche perché dato, che i loro traffici commerciali erano rivolti principalmente all’america, non era più necessaria una nave “da guerra”, ma una nave veloce, sufficientemente armata, in grado di difendersi. le "fregate di blackwall" (dal nome di un cantiere sul tamigi), erano le più famose e le più grandi, avevano un dislocamento di 1400 tonnellate, una lunghezza massima di metri 55 ed una larghezza di metri 12.
gli stati uniti, appena costituiti e con una marina militare da costituire, vedendo l'utilità della fregata, ne imitarono l’idea ma, apportarono alcune modifiche per renderla più agile. ne diminuirono il pescaggio (utile soprattutto lungo le basse acque costiere) e migliorarono le linee della carena arrivando a costruire le navi più grandi dell’epoca: lunghe 60 metri e larghe 13,50. il nome ufficiale che venne dato fu "fregata da 44 cannoni", anche se in realtà ne portavano 30 da 24 libbre in batteria, 20 da 12 libbre sul ponte di coperta e 2 da 24 libbre sul castello a prora. a volte venivano caricati anche tre o quattro mortai a canna corta ed inoltre dei piccoli cannoni girevoli, che vengono installati lungo le impavesate (la parte superiore delle murate) ed utilizzati nei combattimenti ravvicinati.
una modifica fatta all'albero di bompresso, per renderlo maggiormente resistente, fu l'aggiunta di un'asta, ad esso perpendicolare, chiamata “pennaccino” (o buttafuori di briglia, o delfiniera). alle vele già presenti sugli alberi ne fu aggiunta una quarta, il “controvelaccio”. l'albero di mezzana venne armato con “velacci” e “controvelacci”, al di sopra della randa. anche la superficie velica viene aumentata, le fregate americane avevano tre alberi con vele quadre e la randa aurica, inoltre i “velacci” e “controvelacci” vennero estesi sui tutti gli alberi il che portò le fregate a stringere il vento fino a 60 gradi. la fregata ha arrivò così ad avere un totale di 18 vele. a quelle quadre, all'occorrenza, potevano essere aggiunte alcune vele piccole, dette "forza di vele", che consentivano di aumentare e mantenere costante la velocità. la “president” fu la fregata più veloce raggiungendo i 14 nodi.
nella moderna terminologia militare, con il termine fregata si intende a una nave da guerra destinata alla protezione di altre navi e alla anti-submarine warfare (asw. "guerra antisommergibile"). molte navi definite come fregate sono simili, ad altre categorie di navi, inclusa tutta la gamma che va dai cacciatorpediniere fino agli incrociatori. la varietà è stata causata da un gran numero di fattori, come ad esempio il contesto storico, il particolare ruolo svolto sul campo di battaglia, e gli standard adottati da un dato paese.
in italia già prima dell'unificazione si erano viste varie "fregate" utilizzate dalle marinerie delle nazioni in cui era frammentata all’epoca l'italia. nel biennio 1827-28 gli allora modernissimi cantieri di castellamare di stabia (nei quali fu costruito il primo battello a vapore del mediterraneo) vararono per la marina del regno delle due sicilie la fregata “regina isabella” da 44 cannoni mentre nel ‘34 vennero realizzate le fregate “partenope” da ben 50 cannoni e l’urania da 46 pezzi. le navi del regno di sardegna si recarono fino a rio de janeiro mentre nel 1836 la fregata “euridice” raggiunse montevideo. nel 1838 salpò da genova la fregata “regina” nel tentativo di circumnavigare il globo. con l'unificazione d'italia e l'imporsi dei motori a vapore e la propulsione ad elica, le fregate aumentarono notevolmente la loro corazzatura passando cosi ad un ibrido denominato “pirofregata” . il nome di fregata non fu più in uso con la fine della marina velica, ma riapparve con la ii guerra mondiale per designare navi più piccole dei cacciatorpedinieri. la loro funzione era quella di scortare i convogli e le navi di linea, difendendole dagli attacchi di sommergibili, aerei e piccoli scafi militari.

corvetta
nave da guerra del periodo velico, più piccola della fregata, con tre alberi a vele quadre, destinata ai servizi di esplorazione, caccia e crociera. in relazione all'armamento si distinguevano i seguenti tipi:
- corvetta a batteria coperta: essendo a due ponti poteva essere considerata come una piccola fregata . era armata di una ventina di carronate in batteria e di altre dieci su due ponti scoperti (casseretto, coperta e castello).
- corvetta a barbetta: armata soltanto sui ponti scoperti con poco meno di venti carronate
- corvetta bombardiera: corvetta a barbetta che portava da 20 a 24 carronate e due mortai

nel periodo di transizione tra la vela e il vapore si ebbero:
- corvetta mista o piro-corvetta: a vela e a vapore.
- corvetta corazzata: in ferro, protetta con parziale corazza.

allego due disegni per cercare di spiegare visivamente l'evoluzione delle vele e degli scafi con un esempio di galeone di fine 600, con vele di civada e contro civada e un moderno veliero, in questo caso l’amerigo vespucci della m.m. italiana.
 

Attachments

  • Berlin.jpg
    Berlin.jpg
    698.6 KB · Views: 26
  • PIANO VELICO.jpg
    PIANO VELICO.jpg
    857.5 KB · Views: 30
Last edited by a moderator:
visto che insisti......... cena (gamberi soprattutto) e torta!:36_1_1:

superata fatidica quota 1000.
i gamberoni (sparnocchie) sono sulla griglia... il "costa" delle 5 terre è alla giusta temperatura...
non mi hai detto che torta preferisci...
 
superata fatidica quota 1000.
i gamberoni (sparnocchie) sono sulla griglia... il "costa" delle 5 terre è alla giusta temperatura...
non mi hai detto che torta preferisci...

i dolci...vanno bene tutti....l'importante siano cioccolatosi!!!:biggrin:
 
sopra e sotto le onde
4) navi nella storia
la fregata
....

uss constitution.
e' una fregata?
a me sembra "in regola" con le specifiche.
ho avuto il piacere di visitarla, bellissima!
:)
 

Attachments

  • boston_ship_constitution.jpg
    boston_ship_constitution.jpg
    129.3 KB · Views: 21
sì, una fregata, e rappresentava lo stato dell'arte dell'epoca... ha fatto vedere i sorci verdi alla marina di sua maestà! ;-)
 
uss constitution.
e' una fregata?
a me sembra "in regola" con le specifiche.
ho avuto il piacere di visitarla, bellissima!
:)

era detta "la vecchia dai fianchi di ferro" ma ne parliamo tra poco...
preparati, siamo quasi alle macchine...
 
complimenti bell'avventura!!!
ma cavolo io fatico a starvi dietro ragazzi...qua in umbria il mare non c'e' e per sciaquarmi i piedi devo metterli nella vasca da bagno a meno che non e' luglio o agosto...
però' un aiutino posso darlo anche io... batimetria... vi dice niente???
beh in questo campo mi sento con i piedi per terra lol.
capitano sono ai suoi supremi ordini se deve scandagliare fondali sconosciuti o potenzialmente pericolosi.
 
sopra e sotto le onde
4) navi nella storia

cutter
termine inglese che indica un piccolo veliero caratterizzato dal lungo scafo, basso di bordo, con carena molto affinata, con prora dritta, e con ponte di coperta generalmente totale. attrezzato con un solo albero verticale leggermente inclinato verso poppa e posto a proravia del centro, e una semplice asta di fiocco; all'albero, una grande randa e una controranda, all'asta di fiocco la trinchettina e un fiocco. in più, una vela a sacco per l’andatura di poppa. dal secolo xviii sino alla fine del periodo velico, i cutter vennero utilizzati per i servizi di scoperta, che riuscivano preziosissimi grazie alla loro alta velocità e alle loro qualità evolutive. erano armati con due piccoli cannoni e due o quattro carronate, e avevano da 30 a 40 uomini d'equipaggio.

clipper
siamo giunti agli inizi del 19° secolo e le esigenze della marineria sono cambiate. ora servono navi che raggiungano le colonie d'oriente e portino merci risparmiando tempo, pertanto questi nuovi scafi devono avere forme più affinate, prive di inutili decori e naturalmente con quanta più vela possibile. si modificano le vecchie strutture fino ad arrivare ad un veliero armato a tre, quattro alberi, con vele quadre e con la prua affilata e slanciata. potevano tenere una velocità media oraria di circa 15 miglia.
il primo grande progettista è un americano, john willis griffith, autore del “rainbow”, il quale stabilisce che la nave, a parità di stazza, deve essere più lunga e con la prua sottile. progettò anche il “sea witch”, altro clipper in grado di navigare a tempi di record.
nel 1850 donald mckay, famoso tra i costruttori americani di clipper, procede al varo dello “stag hound” che risulta essere il più grande mercantile di quel tempo. l'anno successivo viene però varato il “flying cloud” che lo supera: stazza di tonnellate 1750, lunghezza metri 70 e larghezza metri 12,50. quest'ultimo raggiunge anche velocità impensabili con punte di 18 nodi.
la grande importanza della velocità, con conseguente richieste di costruzione, e acilmente comprensibile se si pensa che, nella seconda metà del 1800, esistevano due rotte commerciali importanti: cina - inghilterra per il tè e australia - inghilterra per la lana; inoltre il prezzo veniva fissato dalla prima nave a giungere in porto.
nel 1852 i cantieri americani vararono ben 61 clipper, nel 1853 ben 125. sempre nel 1853 fu costruito, da mckay, il “great republic”, il più grande clipper: lunghezza 100 metri, 4 alberi, 13.000 metri quadri di vele in grado di trasportare un carico di 6.000 tonnellate di merce. non riuscì a prendere il mare, causa dei danni subiti in seguito ad un incendio. venne restaurato qualche anno dopo, accorciando gli alberi e riducendone la capacità di carico.
l’invenzione del motore a vapore segnò il tramonto dell’era delle grandi navi a vela.
all'inizio i motori non erano così efficaci da insidiare la propulsione a vela. il primo per la poca forza che riuscivano ad imprimere a due grandi ruote a pale fissate sulle due murate del battello; il secondo a causa della necessità di riservare spazio ad un carico aggiuntivo costituito da carbone e legname, da bruciare durante il viaggio, per alimentare le caldaie.
in seguito però vennero perfezionati ma fu soprattutto l’invenzione dell'elica a determinarne il successo.
nel contempo le rotte oceaniche vennero facilitate dall'apertura del canale di suez (inaugurato nel 1869) e pertanto rimasero solo alcune rotte riservate ai velieri. questi ultimi navigavano ormai solo verso località lontane, dove le riserve di carbone e di legname non sarebbero state sufficienti a percorrere l'intera distanza; dove non ci sarebbe stata la possibilità di fare rifornimento di combustibile, dove i guadagni sarebbero stati appena sufficienti a coprire le spese.
nel 1915 poi venne anche inaugurato il canale di panama, che permetteva di passare dall'oceano atlantico all'oceano pacifico con molta meno navigazione e soprattutto evitando di passare dal tanto temuto capo horn.
il cutty sark fu il più famoso "clipper del the".
venne varato nel 1869. e' lungo m. 85,34 e largo m. 10,97, ha un'immersione di m. 6,40 ed un dislocamento pari a t. 2.133. l'equipaggio era composto da 32 uomini.

si conclude questa prima parte di storia dedicata all’evoluzione del mezzo navale. la riprenderemo in seguito analizzando i passi compiuti dalla marineria mossa non più dalla forza delle braccia o dal del vento, ma da quella fornita da un mezzo meccanico, il motore nelle sue molteplici espressioni.
 
...si conclude questa prima parte di storia dedicata all’evoluzione del mezzo navale. la riprenderemo in seguito analizzando i passi compiuti dalla marineria mossa non più dalla forza delle braccia o dal del vento, ma da quella fornita da un mezzo meccanico, il motore nelle sue molteplici espressioni.

vero stefano?
(mi tocca quotarmi da solo...)
 
mo te spiego!
io normalmente caxo fuori una paginetta striminzita alla settimana e mi costa anche fatica!
devo prima rileggermi le 2 o 3 enciclopedie che ho sull'argomento, "ripassare" tutto su internet, finire la mia di storia (che se permetti, ha una certa priorita') e poi devo trovare l'ispirazione (e qui' e' dura!).
quindi pazienza (e tanta!).

p.s.: in compenso ho trovato l'ispirazione per spararne una delle mie su colombo, la imbastisco e la metto su.

:)
 
all'inizio i motori non erano così efficaci da insidiare la propulsione a vela. il primo per la poca forza che riuscivano ad imprimere a due grandi ruote a pale fissate sulle due murate del battello; il secondo a causa della necessità di riservare spazio ad un carico aggiuntivo costituito da carbone e legname, da bruciare durante il viaggio, per alimentare le caldaie.

ecco qui' ci sarebbe lo spunto per dire qualche cosa.
metto un fermaglio e vediamo che succede.
 

Forum statistics

Threads
46,674
Messages
380,976
Members
2
Latest member
loop80
このフォーラムは、www.cad3d.it/forum1 - イタリアのデザインコミュニティの機械翻訳です。いくつかの用語は正しく翻訳されていません。

Members online

No members online now.
Back
Top